約 3,582,718 件
https://w.atwiki.jp/oper/pages/3515.html
このテンプレはポリウト方式で作成されています。 こちらの役名一覧に和訳を記載して管理人までお知らせください。 ATTO PRIMO La fattoria di Castelet (È la fine di maggio. In fondo, una ubertosa e ridente campagna della valle del Rodano. Piu innanzi, il cortile di una antica e signorile fattoria, chiuso da un muro molto basso. A destra, quasi in angolo, un cancello di legno mette su di una strada campestre che si perde fra le quinte. Piu innanzi ancora, dallo stesso lato, un pozzo a sponda bassa coperto di viti selvatiche. A poca distanza dal cancello, verso sinistra, un grosso platano stende sul cortile i suol lunghi rami carichi di foglie. A sinistra è la fattoria, facente gomito nel fondo. Dal cortile si accede ad una terrazza del piano superiore per mezzo di una gradinata esterna, che taglia diagonalmente, da destra a sinistra, il muro di fronte del pianterreno, posando su di un arco che passa sotto l'edificio intero. A traverso l'arco si vede la campagna. Sulla terrazza, non molto larga, si aprono quattro porte a vetrate. Sul límite destro della casa, si eleva un fienile a guisa di torre quadrata. Nell'alto del fienile due lunghe finestre, i cui battenti si aprono in fuori a livello dell'impiantito, che divide in due piani il fienile stesso. Una finestra s'apre sulla terrazza; l'altra, a picco, su di un'aia di pietra, verso il cortile. Un piccolo cancello di legno mette in comunicazione l'ala con la campagna. Tutto intorno aiuole fiorite, cespugli di rose, utensili campestri. L'insieme della fattoria è lieto e pittoresco) (Baldassarre è seduto sulla sponda del pozzo con una pipa corta fra i denti. L'Innocente è seduto per terra, la testa appoggiata alle ginocchia del pastore) ▼BALDASSARRE▲ (fra sè, guardando I'Innocente) E a te ne un bacio mai, ne una carezza… niente! Quasi non fossi di lor sangue. Guai s'io non ti amassi, povero Innocente! "Gli scemi in casa portano fortuna"; ma questo, ahime, si sveglia! ▼L'INNOCENTE▲ (fra sè) "Pascea lungo il dirupo la capra"… (al pastore) e allor?… ▼BALDASSARRE▲ (come chi esca da tristi pensieri) E allor… allor?… Di allora ce n'e tanti nelle mie storie… Ah, l'ho trovato… Come due tizzi accesi, dall'alto del dirupo, vide su lei sospesi gli occhi del lupo… Non diede un gemito la disgraziata, e non tentó fuggire; capi che iI lupo l'avrebbe mangiata! E iI lupo sogghigno, quasi volesse dire tempo a mangiarti avro! Il sol tramonta, scende la sera; e con la sera s'annunzia la morte. Ma lei, da quella forte capra ch'ell'era, le sue corna abbassò, già esperte in altre lotte, e il lupo attese, e col lupo lottò tutta la notte! (animandosi e levandosi da sedere) Ma quando il sol spuntò, dimise a terra il corpo sanguinoso; e il sol… il sol negli occhi la baciò; poi glieli chiuse all'ultimo riposo! ▼ROSA▲ (uscendo agitata dalla casa) O Dio, nessuno ancora! (a Baldassarre) Or lascia stare le storie… e di' che pensi di colei che mio figlio vuol sposare. ▼BALDASSARRE▲ Penso che di figliole, buone massaie ed oneste, ce n'e al villaggio… ▼ROSA▲ È chiaro come il sole! ▼BALDASSARRE▲ Che niun bisogno avreste per trovar moglie al vostro Federico di cercarla in citta! ▼ROSA▲ (tristemente) Sì, anch'io lo dico! Ma Federico è tanto innamorato, trova in lei sola il fior d'ogni virtu… La bella Arlesiana l'ha stregato! ▼BALDASSARRE▲ Ma conoscete voi quella fanciulla, per tirarvela in casa? ▼ROSA▲ Io no, per nulla. ▼BALDASSARRE▲ (con aria di rimprovero) Così, senza conoscerla dunque, padrona Rosa, consentirete salutarla sposa del figliuol vostro? ▼ROSA▲ Ah, no!… Ti rassicura. Ad Arles, come sai, sta un mio fratello… ▼BALDASSARRE▲ Padron Marco? ▼ROSA▲ E gli occhi, quello, li ha acuti assai. ▼BALDASSARRE▲ Ma non per le civette. ▼ROSA▲ (con convinzione) Oh, lascia andare; Marco e un uom coi fiocchi. Bel bello… alla sordina… un'occhiata di qua… di là una parolina… facendo il gonzo, il nòvo, son certa, scoprira perfino il pel nell'uovo. Fra poco ei qui verra. (Baldassarre scrolla le spalle. Rosa va verso il fondo a guardare, e s'imbatte in Vivetta) ▼ROSA▲ (sorpresa) Ah, Vivetta, sei tu? ▼VIVETTA▲ (a Rosa, poi a Baldassarre) Buon di… Buon di. (bacia l'lnnocente) Dalle verdi pendici di San Luigi in questo punto io arrivo. Rivedo qui gli amici, il vecchio e amato rivo, la distesa dei prati di fiori costellati… Oh, si vive quaggiu la gioventu!… Estar soletta non vuol Vivetta… Talor ha i suoi risvegli il nostro cor! ▼ROSA▲ (distrattamente) Ma… perche vieni qui? ▼VIVETTA▲ (confusa) Pei bachi. Ogni anno ci vengo. ▼ROSA▲ È vero, si. Questa mattina non ricordo, non penso… non capisco… (poi inquieta, a Baldassarre) Da un'occhiata, pastor, lungo la via che mena ad Arles. ▼BALDASSARRE▲ Pronto, padrona mia. (il pastore va a guardare, l'Innocente lo segue ad entra con lui in casa) ▼VIVETTA▲ (a Rosa, tra il desiderio e il timore di sapere) Credevo in casa Federico… e adesso… vi vedo in viso tutta turbata! Perfino il vostro respiro è oppresso… Giunger potrebbe di là un'ingrata notizia? Forse d'una sventura? Dite, madrina, dite ho paura! ▼ROSA▲ (come chi voglia allontanare un pensiero tormentoso) Son io che immagino, e son pazza d'immaginar, mentre non ho ragioni… (poi, quasi fra sè) E se Marco, però, dovesse dire al mio figliol "Quella è di te non degna, te la togli dal core", il mio figliol ne muore! ▼VIVETTA▲ (agitata) Che? Federico si fa dunque sposo? (L'Innocente, comparendo all'orlo della finestra del fienile, in alto, dà un grido) ▼ROSA▲ (trasalendo) Ah! L'Innocente lassù? Tremo da capo a piè! ▼BALDASSARRE▲ (afferrando l'Innocente) Non tremate, cader non potrà più. ▼ROSA▲ (rabbrividendo) Se mai cadesse alcun da quell'altezza!… ▼VIVETTA▲ (con ansia mal celata) Dite, madrina, dove conobbe quella donna ch'egli adora? Qui al villaggio… od altrove? ▼ROSA▲ Qui al villaggio… Era un giorno di festa, ei la vide, e s'accese d'amore. Da quel giorno donato ha il suo core a lei sola, e non pensa più a me. GIi parliam… non risponde parola… cuore e mente gli stringe un gran nodo! Nei suoi sogni lei sempre!… lei sola! Pur, da quel giorno, io sento nel mío core che gli sarà fatale questo amore! ▼FEDERICO▲ (dal fondo seguito da Baldassarre) Mamma! ▼ROSA▲ (correndoglí incontro) Oh, figlio mio! ▼FEDERICO▲ (allegro e commosso corre nelle braccia di Rosa) Guardami, mamma, guardami in viso gli occhi, la bocca, son tutto un riso. ▼ROSA▲ (turbata) Ma tremi intanto… ▼FEDERICO▲ Tremo d'amor! ▼ROSA▲ Calmati e parla… ▼FEDERICO▲ Parla il mio cor! ▼ROSA▲ (con ansia) Lo zio Marco? ▼FEDERICO▲ È indietro. Io solo son volato innanzi a tutti tanto, tanto era il desìo di parlarti io primo. O mamma, la mia bella Arlesiana non ha uguali sulla terra! L'amo!… m'ama!… Io son beato! ▼ROSA▲ (con tenerezza) L'ami tu dunque tanto l'Arlesiana? ▼FEDERICO▲ Quanto non si può dire, o mamma, io l'amo! ▼ROSA▲ Piu di me stessa? ▼FEDERICO▲ Qual domanda insana! Sei tu di lei gelosa? ▼ROSA▲ No; ma temo… ▼FEDERICO▲ Che meno io t'ami? ▼ROSA▲ Forse… figliol… ▼FEDERICO▲ Oh, qual sospetto! Sei sempre, o mamma, l'amor mio supremo. ▼ROSA▲ (baciandolo) Ebben, figlio, perdona… ▼VIVETTA▲ (a parte) E a me neppure un guardo… un solo accento… Il sogno mio, il dolce sogno è spento. ▼BALDASSARRE▲ (a Vivetta) Cos'hai Vívetta?… Perche mesta sei? ▼VIVETTA▲ (confusa) No… pastor… non ho nulla… Partir solo vorrei… ▼BALDASSARRE▲ Forse ti leggo in core, cara fanciulla. ▼VOCI INTERNE▲ Evviva padron Marco! Evviva! Evviva! ▼ROSA▲ (volgendo gli occhi verso il cancello) Ah! ecco lo zio Marco. ▼FEDERICO▲ (correndo incontro a Marco) Finalmente! (entra Marco seguito da amici) ▼GLI AMICI▲ Esultiamo! Trionfa amor, fiamma viva che accende ogni cor. ▼FEDERICO▲ (a Marco) Perchè sì tardi? ▼ROSA▲ (a Marco, con ansia) Qual nuova? ▼MARCO▲ (con enfasi) Eccellente! Eccellente! Or tu, sorella, l'abito da festa va senza indugio ad indossar, poi corri ad Arles, ove farai della ragazza ai genitori suoi la tua richiesta. ▼GLI AMICI▲ La tua richiesta… ▼MARCO▲ Un cacciatore emerito par mio ha naso ed occhi che fallir non sanno ho fiutato… ho adocchiato… e, in fè di Dio, la preda è portentosa; e non m'inganno! ▼GLI AMICI▲ Un cacciatore emerito par suo ha naso ed occhi che fallir non sanno e… non s'inganna. ▼ROSA▲ (a Marco, con premura) É dunque cosa seria? ▼MARCO▲ (a Rosa, con convinzione) Certamente! ▼FEDERICO▲ Vide giusto… ▼BALDASSARRE▲ (ironico) E lontan?… ▼MARCO▲ (punto) Precisamente! ▼ROSA▲ (interrompendo) Ci attendon su gli amici. ▼FEDERICO, MARCO▲ Si vada, dunque, a bere. (salgono per la scala) ▼VOCI INTERNE▲ Evviva padron Marco! ▼BALDASSARRE▲ (guardando mestamente Vivetta che sale, ultIma, la scala) La tua speranza, povera piccina, svanita é come un sogno alla mattina! (accende la sua pipa) ▼METIFIO▲ (comparisce in fondo, col mantello sulle spalle, una borsa di cuoio alla cintura. Si ferma e guarda intorno. Poi scorgendo Baldassarre, si avanza) Castelletto? ▼BALDASSARRE▲ Mi par. ▼METIFIO▲ Rosa Mamai? ▼BALDASSARRE▲ È su con gli altri, inneggiano alla sposa. ▼METIFIO▲ (vivamente) Chiamala a me, debbo parlar con lei ▼BALDASSARRE▲ (chiamando) Padrona Rosa! (Rosa compare sulla terrazza) Qui c'è un uomo che v'aspetta. ▼ROSA▲ (scendendo) Ebbene… parlate ad ascoltarvi sto. ▼METIFIO▲ (a Rosa) Il figliol vostro, a quel che mi tu detto, decise di sposare una fanciulla d'Arles. È vero? ▼ROSA▲ Sì, vero. Li sentite come cantan lassù? Si sta bevendo il bicchier dell'augurio. ▼VOCI INTERNE▲ Il vino è dell'amor compagno fido; nel vino sta la vita, e nell'amor. Dal nostro petto erompa un solo grido Viva Bacco e la bella Arlesiana che sa rapire i cor! ▼METIFIO▲ Ebbene… ebben voi state per dar sposa al figlio vostro una sgualdrina! ▼BALDASSARRE▲ (con forza) Badate! ▼ROSA▲ Ah! che dite?… ▼METIFIO▲ (sghignazzando) Ah! ah! badate!… (febbrilmente) Mi diè gli ardenti baci, ed i suoi turpi genitori lo sanno. Capitó un dì, pel suo, pel mio malanno, il figliol vostro… e allora con basse, strane ingiurie, tremo al ricordo ancora, mi cacciarono via peggio d'un cane. ▼BALDASSARRE▲ (con sdegno) Ma questo… questo che voi dite è orrendo! ▼ROSA▲ Se pur non è menzogna! ▼METIFIO▲ (porgendo due lettere a Rosa) A voi, leggete! Son due lettere sue. ▼ROSA▲ (dopo le prime parole, lascia cader le lettere, che Baaldassarre raccoglie e legge) Mio Dio! ▼METIFIO▲ Comprendo! Questo ch'io faccio è una vigliaccheria; ma quella donna è mia! ▼ROSA▲ (risoluta) State tranquillo, non verremo certo a rapirvela noi! ▼BALDASSARRE▲ (a Metifio) Potete, è ver, lasciarmi queste lettere? ▼METIFIO▲ Ebbene… sia! Tenetele! Ma torneran domani nelle mie mani… prometterlo dovete. ▼BALDASSARRE▲ Lo prometto. ▼METIFIO▲ E sta bene. Io mi chiamo Metifio, il guardiano di cavalli, laggiù nella palude di Pharaman. (a Rosa Indicando Baldassarre) Non sono ignoto al vostro pastor. Addio! (esce) ▼FEDERICO▲ (dalla terrazza) Perchè state laggiù? Senza di voi non si sta allegri più. (Rosa gli fa cenno di scendere) ▼FEDERICO▲ (scendendo nel cortile con gli amici canta inebriato) Nel colmo del piacer cantiamo, amici, rendiamo alla bellezza i primi onor; dal nostro petto erompa un solo grido viva amor e la bella Arlesiana, regina di bellezza, regina d'ognì cor! Cantiam la gioventù, lieti e felici, cantiamo ognor l'amor e l'Arlesiana, che sa rapire i cor, che m'ha rapito il cor! ▼GLI AMICI▲ Rendiamo alla bellezza i primi onori. Cantiam! ▼ROSA▲ Guai a te se ne pronunci pur solamente il nome! ▼FEDERICO▲ (con doloroso stupore) Che?… Che dicesti?… ▼ROSA▲ (con voce soffocata) Dico ch'e la piü turpe delle donne! ▼BALDASSARRE▲ (porgendogli le lettere) Leggi! ▼FEDERICO▲ (le legge rapidamente poi cade sull'orlo del pozzo con la testa fra le mani) Ah, l'infame! ATTO PRIMO La fattoria di Castelet (È la fine di maggio. In fondo, una ubertosa e ridente campagna della valle del Rodano. Piu innanzi, il cortile di una antica e signorile fattoria, chiuso da un muro molto basso. A destra, quasi in angolo, un cancello di legno mette su di una strada campestre che si perde fra le quinte. Piu innanzi ancora, dallo stesso lato, un pozzo a sponda bassa coperto di viti selvatiche. A poca distanza dal cancello, verso sinistra, un grosso platano stende sul cortile i suol lunghi rami carichi di foglie. A sinistra è la fattoria, facente gomito nel fondo. Dal cortile si accede ad una terrazza del piano superiore per mezzo di una gradinata esterna, che taglia diagonalmente, da destra a sinistra, il muro di fronte del pianterreno, posando su di un arco che passa sotto l'edificio intero. A traverso l'arco si vede la campagna. Sulla terrazza, non molto larga, si aprono quattro porte a vetrate. Sul límite destro della casa, si eleva un fienile a guisa di torre quadrata. Nell'alto del fienile due lunghe finestre, i cui battenti si aprono in fuori a livello dell'impiantito, che divide in due piani il fienile stesso. Una finestra s'apre sulla terrazza; l'altra, a picco, su di un'aia di pietra, verso il cortile. Un piccolo cancello di legno mette in comunicazione l'ala con la campagna. Tutto intorno aiuole fiorite, cespugli di rose, utensili campestri. L'insieme della fattoria è lieto e pittoresco) (Baldassarre è seduto sulla sponda del pozzo con una pipa corta fra i denti. L'Innocente è seduto per terra, la testa appoggiata alle ginocchia del pastore) BALDASSARRE (fra sè, guardando I'Innocente) E a te ne un bacio mai, ne una carezza… niente! Quasi non fossi di lor sangue. Guai s'io non ti amassi, povero Innocente! "Gli scemi in casa portano fortuna"; ma questo, ahime, si sveglia! L'INNOCENTE (fra sè) "Pascea lungo il dirupo la capra"… (al pastore) e allor?… BALDASSARRE (come chi esca da tristi pensieri) E allor… allor?… Di allora ce n'e tanti nelle mie storie… Ah, l'ho trovato… Come due tizzi accesi, dall'alto del dirupo, vide su lei sospesi gli occhi del lupo… Non diede un gemito la disgraziata, e non tentó fuggire; capi che iI lupo l'avrebbe mangiata! E iI lupo sogghigno, quasi volesse dire tempo a mangiarti avro! Il sol tramonta, scende la sera; e con la sera s'annunzia la morte. Ma lei, da quella forte capra ch'ell'era, le sue corna abbassò, già esperte in altre lotte, e il lupo attese, e col lupo lottò tutta la notte! (animandosi e levandosi da sedere) Ma quando il sol spuntò, dimise a terra il corpo sanguinoso; e il sol… il sol negli occhi la baciò; poi glieli chiuse all'ultimo riposo! ROSA (uscendo agitata dalla casa) O Dio, nessuno ancora! (a Baldassarre) Or lascia stare le storie… e di' che pensi di colei che mio figlio vuol sposare. BALDASSARRE Penso che di figliole, buone massaie ed oneste, ce n'e al villaggio… ROSA È chiaro come il sole! BALDASSARRE Che niun bisogno avreste per trovar moglie al vostro Federico di cercarla in citta! ROSA (tristemente) Sì, anch'io lo dico! Ma Federico è tanto innamorato, trova in lei sola il fior d'ogni virtu… La bella Arlesiana l'ha stregato! BALDASSARRE Ma conoscete voi quella fanciulla, per tirarvela in casa? ROSA Io no, per nulla. BALDASSARRE (con aria di rimprovero) Così, senza conoscerla dunque, padrona Rosa, consentirete salutarla sposa del figliuol vostro? ROSA Ah, no!… Ti rassicura. Ad Arles, come sai, sta un mio fratello… BALDASSARRE Padron Marco? ROSA E gli occhi, quello, li ha acuti assai. BALDASSARRE Ma non per le civette. ROSA (con convinzione) Oh, lascia andare; Marco e un uom coi fiocchi. Bel bello… alla sordina… un'occhiata di qua… di là una parolina… facendo il gonzo, il nòvo, son certa, scoprira perfino il pel nell'uovo. Fra poco ei qui verra. (Baldassarre scrolla le spalle. Rosa va verso il fondo a guardare, e s'imbatte in Vivetta) ROSA (sorpresa) Ah, Vivetta, sei tu? VIVETTA (a Rosa, poi a Baldassarre) Buon di… Buon di. (bacia l'lnnocente) Dalle verdi pendici di San Luigi in questo punto io arrivo. Rivedo qui gli amici, il vecchio e amato rivo, la distesa dei prati di fiori costellati… Oh, si vive quaggiu la gioventu!… Estar soletta non vuol Vivetta… Talor ha i suoi risvegli il nostro cor! ROSA (distrattamente) Ma… perche vieni qui? VIVETTA (confusa) Pei bachi. Ogni anno ci vengo. ROSA È vero, si. Questa mattina non ricordo, non penso… non capisco… (poi inquieta, a Baldassarre) Da un'occhiata, pastor, lungo la via che mena ad Arles. BALDASSARRE Pronto, padrona mia. {(il pastore va a guardare, l'Innocente lo segue ad entra con lui in casa)} VIVETTA (a Rosa, tra il desiderio e il timore di sapere) Credevo in casa Federico… e adesso… vi vedo in viso tutta turbata! Perfino il vostro respiro è oppresso… Giunger potrebbe di là un'ingrata notizia? Forse d'una sventura? Dite, madrina, dite ho paura! ROSA (come chi voglia allontanare un pensiero tormentoso) Son io che immagino, e son pazza d'immaginar, mentre non ho ragioni… (poi, quasi fra sè) E se Marco, però, dovesse dire al mio figliol "Quella è di te non degna, te la togli dal core", il mio figliol ne muore! VIVETTA (agitata) Che? Federico si fa dunque sposo? (L'Innocente, comparendo all'orlo della finestra del fienile, in alto, dà un grido) ROSA (trasalendo) Ah! L'Innocente lassù? Tremo da capo a piè! BALDASSARRE (afferrando l'Innocente) Non tremate, cader non potrà più. ROSA (rabbrividendo) Se mai cadesse alcun da quell'altezza!… VIVETTA (con ansia mal celata) Dite, madrina, dove conobbe quella donna ch'egli adora? Qui al villaggio… od altrove? ROSA Qui al villaggio… Era un giorno di festa, ei la vide, e s'accese d'amore. Da quel giorno donato ha il suo core a lei sola, e non pensa più a me. GIi parliam… non risponde parola… cuore e mente gli stringe un gran nodo! Nei suoi sogni lei sempre!… lei sola! Pur, da quel giorno, io sento nel mío core che gli sarà fatale questo amore! FEDERICO (dal fondo seguito da Baldassarre) Mamma! ROSA (correndoglí incontro) Oh, figlio mio! FEDERICO (allegro e commosso corre nelle braccia di Rosa) Guardami, mamma, guardami in viso gli occhi, la bocca, son tutto un riso. ROSA (turbata) Ma tremi intanto… FEDERICO Tremo d'amor! ROSA Calmati e parla… FEDERICO Parla il mio cor! ROSA (con ansia) Lo zio Marco? FEDERICO È indietro. Io solo son volato innanzi a tutti tanto, tanto era il desìo di parlarti io primo. O mamma, la mia bella Arlesiana non ha uguali sulla terra! L'amo!… m'ama!… Io son beato! ROSA (con tenerezza) L'ami tu dunque tanto l'Arlesiana? FEDERICO Quanto non si può dire, o mamma, io l'amo! ROSA Piu di me stessa? FEDERICO Qual domanda insana! Sei tu di lei gelosa? ROSA No; ma temo… FEDERICO Che meno io t'ami? ROSA Forse… figliol… FEDERICO Oh, qual sospetto! Sei sempre, o mamma, l'amor mio supremo. ROSA (baciandolo) Ebben, figlio, perdona… VIVETTA (a parte) E a me neppure un guardo… un solo accento… Il sogno mio, il dolce sogno è spento. BALDASSARRE (a Vivetta) Cos'hai Vívetta?… Perche mesta sei? VIVETTA (confusa) No… pastor… non ho nulla… Partir solo vorrei… BALDASSARRE Forse ti leggo in core, cara fanciulla. VOCI INTERNE Evviva padron Marco! Evviva! Evviva! ROSA (volgendo gli occhi verso il cancello) Ah! ecco lo zio Marco. FEDERICO (correndo incontro a Marco) Finalmente! (entra Marco seguito da amici) GLI AMICI Esultiamo! Trionfa amor, fiamma viva che accende ogni cor. FEDERICO (a Marco) Perchè sì tardi? ROSA (a Marco, con ansia) Qual nuova? MARCO (con enfasi) Eccellente! Eccellente! Or tu, sorella, l'abito da festa va senza indugio ad indossar, poi corri ad Arles, ove farai della ragazza ai genitori suoi la tua richiesta. GLI AMICI La tua richiesta… MARCO Un cacciatore emerito par mio ha naso ed occhi che fallir non sanno ho fiutato… ho adocchiato… e, in fè di Dio, la preda è portentosa; e non m'inganno! GLI AMICI Un cacciatore emerito par suo ha naso ed occhi che fallir non sanno e… non s'inganna. ROSA (a Marco, con premura) É dunque cosa seria? MARCO (a Rosa, con convinzione) Certamente! FEDERICO Vide giusto… BALDASSARRE (ironico) E lontan?… MARCO (punto) Precisamente! ROSA (interrompendo) Ci attendon su gli amici. FEDERICO, MARCO Si vada, dunque, a bere. (salgono per la scala) VOCI INTERNE Evviva padron Marco! BALDASSARRE {(guardando mestamente Vivetta che sale, ultIma, la scala)} La tua speranza, povera piccina, svanita é come un sogno alla mattina! (accende la sua pipa) METIFIO (comparisce in fondo, col mantello sulle spalle, una borsa di cuoio alla cintura. Si ferma e guarda intorno. Poi scorgendo Baldassarre, si avanza) Castelletto? BALDASSARRE Mi par. METIFIO Rosa Mamai? BALDASSARRE È su con gli altri, inneggiano alla sposa. METIFIO (vivamente) Chiamala a me, debbo parlar con lei BALDASSARRE (chiamando) Padrona Rosa! (Rosa compare sulla terrazza) Qui c'è un uomo che v'aspetta. ROSA (scendendo) Ebbene… parlate ad ascoltarvi sto. METIFIO (a Rosa) Il figliol vostro, a quel che mi tu detto, decise di sposare una fanciulla d'Arles. È vero? ROSA Sì, vero. Li sentite come cantan lassù? Si sta bevendo il bicchier dell'augurio. VOCI INTERNE Il vino è dell'amor compagno fido; nel vino sta la vita, e nell'amor. Dal nostro petto erompa un solo grido Viva Bacco e la bella Arlesiana che sa rapire i cor! METIFIO Ebbene… ebben voi state per dar sposa al figlio vostro una sgualdrina! BALDASSARRE (con forza) Badate! ROSA Ah! che dite?… METIFIO (sghignazzando) Ah! ah! badate!… (febbrilmente) Mi diè gli ardenti baci, ed i suoi turpi genitori lo sanno. Capitó un dì, pel suo, pel mio malanno, il figliol vostro… e allora con basse, strane ingiurie, tremo al ricordo ancora, mi cacciarono via peggio d'un cane. BALDASSARRE (con sdegno) Ma questo… questo che voi dite è orrendo! ROSA Se pur non è menzogna! METIFIO (porgendo due lettere a Rosa) A voi, leggete! Son due lettere sue. ROSA (dopo le prime parole, lascia cader le lettere, che Baaldassarre raccoglie e legge) Mio Dio! METIFIO Comprendo! Questo ch'io faccio è una vigliaccheria; ma quella donna è mia! ROSA (risoluta) State tranquillo, non verremo certo a rapirvela noi! BALDASSARRE (a Metifio) Potete, è ver, lasciarmi queste lettere? METIFIO Ebbene… sia! Tenetele! Ma torneran domani nelle mie mani… prometterlo dovete. BALDASSARRE Lo prometto. METIFIO E sta bene. Io mi chiamo Metifio, il guardiano di cavalli, laggiù nella palude di Pharaman. (a Rosa Indicando Baldassarre) Non sono ignoto al vostro pastor. Addio! (esce) FEDERICO (dalla terrazza) Perchè state laggiù? Senza di voi non si sta allegri più. (Rosa gli fa cenno di scendere) FEDERICO (scendendo nel cortile con gli amici canta inebriato) Nel colmo del piacer cantiamo, amici, rendiamo alla bellezza i primi onor; dal nostro petto erompa un solo grido viva amor e la bella Arlesiana, regina di bellezza, regina d'ognì cor! Cantiam la gioventù, lieti e felici, cantiamo ognor l'amor e l'Arlesiana, che sa rapire i cor, che m'ha rapito il cor! GLI AMICI Rendiamo alla bellezza i primi onori. Cantiam! ROSA Guai a te se ne pronunci pur solamente il nome! FEDERICO (con doloroso stupore) Che?… Che dicesti?… ROSA (con voce soffocata) Dico ch'e la piü turpe delle donne! BALDASSARRE (porgendogli le lettere) Leggi! FEDERICO (le legge rapidamente poi cade sull'orlo del pozzo con la testa fra le mani) Ah, l'infame! Cilea,Francesco/L Arlesiana/II
https://w.atwiki.jp/gfxg/pages/192.html
XG3新曲 XG3新曲6.00-6.99 7.00-7.99 8.00-8.99 9.00-9.99 6.00-6.99 Difficulty ver 曲名 CLASS PART BPM 譜面属性(16分換算BPM) 6.05 XG3 Snowy India REGULAR GUITAR 175 6.10 XG3 SCREW DRIVER EXPERT GUITAR 188 6.20 XG3 POWER EXPERT GUITAR 200 6.20 XG3 NEW LEGEND REGULAR GUITAR 162 6.20 XG3 SCREW DRIVER EXPERT BASS 188 6.25 XG3 ハートジャック EXPERT GUITAR 125 6.30 XG3 Dragontail Butterfly EXPERT BASS 170 6.30 XG3 POWER EXPERT BASS 200 6.35 XG3 Raidillon EXPERT BASS 200 6.40 XG3 アーリマン EXPERT GUITAR 136 6.50 XG3 Genesis Creation Narrative REGULAR BASS 270 6.50 XG3 NEW LEGEND REGULAR BASS 162 6.50 XG3 Restart EXPERT GUITAR 144 6.55 XG3 Snowy India REGULAR BASS 175 6.60 XG3 maximum the hormone REGULAR GUITAR 143-197 6.75 XG3 Raidillon EXPERT GUITAR 200 6.80 XG3 Dragontail Butterfly EXPERT GUITAR 170 6.90 XG3 Freeky Technique EXPERT BASS 145 7.00-7.99 Difficulty ver 曲名 CLASS PART BPM 譜面属性(16分換算BPM) 7.00 XG3 maximum the hormone EXPERT BASS 143-197 7.20 XG3 MAX!乙女心 EXPERT GUITAR 140 7.20 XG3 暗黒舞踏会 EXPERT BASS 175 7.25 XG3 SCREW DRIVER MASTER GUITAR 188 7.25 XG3 Snowy India EXPERT GUITAR 175 7.50 XG3 Genesis Creation Narrative EXPERT GUITAR 270 7.50 XG3 NEW LEGEND EXPERT GUITAR 162 7.55 XG3 暗黒舞踏会 EXPERT GUITAR 175 7.70 XG3 maximum the hormone EXPERT GUITAR 143-197 7.70 XG3 SCREW DRIVER MASTER BASS 188 7.75 XG3 Snowy India EXPERT BASS 175 8.00-8.99 Difficulty ver 曲名 CLASS PART BPM 譜面属性(16分換算BPM) 8.00 XG3 NEW LEGEND EXPERT BASS 162 8.05 XG3 Snowy India MASTER GUITAR 175 8.10 XG3 Snowy India MASTER BASS 175 8.20 XG3 maximum the hormone MASTER BASS 143-197 8.70 XG3 Genesis Creation Narrative MASTER BASS 270 9.00-9.99 Difficulty ver 曲名 CLASS PART BPM 譜面属性(16分換算BPM) 9.50 XG3 Genesis Creation Narrative MASTER GUITAR 270 9.50 XG3 maximum the hormone MASTER GUITAR 143-197
https://w.atwiki.jp/gfxg/pages/51.html
ver 曲名 アーティスト BPM XG2 X-Plan Tom-H@ck feat.Nadia 250 難度・パート GUITAR BASS NOVICE 1.95 2.40 REGULAR 4.60 3.75 EXPERT 6.50 6.60 MASTER -.-- -.-- 攻略・コメント 譜面指定については【EXP-G】など文頭に指定をお願いします。推奨オプションに関しては理由付けもお願いします。 名前 コメント
https://w.atwiki.jp/oper/pages/2127.html
このテンプレはポリウト方式で作成されています。 こちらの役名一覧に和訳を記載して管理人までお知らせください。 ATTO PRIMO Scena Prima (Campo di battaglia sulle rive dell'Idaspe. Tende e carri rovesciati; soldati, disperse armi, insegne, ed altri avanzi dell'esercito di Poro di Ptio disfatto da Alessandro) 1. Recitativo Accompagnato ▼PORO▲ Fermatevi, compagni! Ah! con la fuga mai si compra una vita. A chi ragiono? Sorte, m'abbandonasti! È dunque in cielo sì temuto Alessandro, che a suo favor può far ingiusti i numi? Ah! si mora, e si scemi il trionfo a costui! Già visse assai, chi libero morì. (in atto d'uccidersi) Recitativo (Gandarte entra) ▼GANDARTE▲ Mio re, che fai? ▼PORO▲ All'ira degli dèi involo un infelice. ▼GANDARTE▲ Serbati alla vendetta. E a Cleofide vivi! ▼PORO▲ Oh dèi, quel nome d'amor di gelosia mi strugge il core! Alessandro l'adora. ▼GANDARTE▲ E puoi lasciarla? ▼PORO▲ No! Si contenda ancora quel tesoro al rivale. ▼GANDARTE▲ Ma stuol nemico s'avanza. Oh dèi! fuggi, mio re nascondi! ▼PORO▲ Io fuggir? ▼GANDARTE▲ Ah! Signore, dammi il regal tuo serto, almen s'inganni il nemico così. (si cava il cimiero) ▼PORO▲ Ma il tuo periglio? ▼GANDARTE▲ Pensa al tuo scampo! (si scambiano i cimieri) ▼PORO▲ Oh dèi! Per tanta fedeltade esaurite pietosi i voti miei! 2. Aria ▼GANDARTE▲ È prezzo leggero d'un suddito il sangue, se all'indico impero conserva il suo re. Oh inganni infelici, se al par dei nemici restasse ingannato il fato da me. (parte) Scena Seconda (Timagene con spada nuda, séguito di Macedoni) Recitativo ▼TIMAGENE▲ Guerrier, t'arresta, e cedi quell'inutile acciaro. ▼PORO▲ Pria di vincermi, oh! quanto e di periglio e di sudor ti resta. ▼TIMAGENE▲ Su, macedoni, forza… ▼PORO▲ (volendosi difendere gli cade la spada) Ah! ferro ingrato! ▼ALESSANDRO▲ (giungendo) Olà, fermate! Io chiedo virtute in voi alla fortuna eguale. ▼TIMAGENE▲ Il cenno eseguirò. (parte) ▼PORO▲ (Fra se) Questi è il rivale. ▼ALESSANDRO▲ Guerrier, chi sei? ▼PORO▲ Mi chiamo Asbite, il Gange mi diè il natale; e per un genio antico son di Poro seguace e tuo nemico. ▼ALESSANDRO▲ (Frasè) Come ardito ragiona! (A Poro) E quali offese tu soffristi da me? ▼PORO▲ Queste che soffre tutto il mondo sconvolto dal tuo vasto desio di dominarlo. ▼ALESSANDRO▲ T'inganni, Asbite; io cerco, per dar lustro a miei fasti, un'emula virtù che mi contrasti. ▼PORO▲ Forse in Poro l'avrai. ▼ALESSANDRO▲ Qual è di Poro l'indole, il genio? ▼PORO▲ È degno d'un guerriero e d'un re. ▼ALESSANDRO▲ (Fra sè) Oh coraggio sublime! (A Poro) Asbite, vanne libero al tuo signore, digli che vinto solo da me si chiami; poi torni ai regni suoi. ▼PORO▲ Male scegliesti tuo ambasciator Asbite. ▼ALESSANDRO▲ Generoso però tu parmi; il passo abbia libero, Asbite, e al fianco illustre prendi questa ch'io cingo, ricca di Dario e preziosa spoglia. (si leva la spada dal fianco e la dà a Poro) ▼PORO▲ Il dono accetto; e ti diran tra poco mille e mille ferite, qual uso a danni tuoi ne faccia Asbite. N. 3 Aria Vedrai con tuo periglio di questa spada il lampo come baleni in campo sul ciglio al donator. Conoscerai chi sono, ti pentirai del dono, ma sarà tardi allor. (parte) Scena Terza (Alessandro) Recitativo ▼ALESSANDRO▲ Oh sublime ardimento! (Timagene entra con Erissena incatenata) ▼TIMAGENE▲ La germana di Poro t'offre la sorte. ▼ERISSENA▲ Oh dèi! D'Erissena che fia? ▼ALESSANDRO▲ Chi di quei lacci l'innocenza aggravò? ▼TIMAGENE▲ Questi di Poro sudditi per piacerti. ▼ALESSANDRO▲ Indegni, i ceppi sian raddoppiati a questi vili, e a Poro si scorti. Tu real donzella intanto libera sei; sta' lieta e asciuga il pianto! N. 4 Aria ▼ALESSANDRO▲ Vil trofeo d'un alma imbelle è quel ciglio allorché piange; io non venni infino al Gange le donzelle a debellar. Ho rossor di quegli allori che non han fra' miei sudori cominciato a germogliar. (parte) Scena Quarta (Erissena e Timagene) ▼ERISSENA▲ Questo è Alessandro? ▼TIMAGENE▲ È questo. ▼ERISSENA▲ Io mi credea che avessero li Greci più rigido l'aspetto, Più fiero il care. ▼TIMAGENE▲ Se le greche sembianze ti sono grate così, son greco anch'io; t'offro gli affetti miei. ▼ERISSENA▲ Non è greco Alessandro, O tu no 'l sei. ▼TIMAGENE▲ (Fra sè) Alessandro m'offende sino nell'amor mio. Mio padre uccise, farò vendetta, è Poro, Poro istesso… (Ad Erissena) Ma dimmi, già per lui tra gl'amorosi affanni dunque vive Erissena. ▼ERISSENA▲ Io? ▼TIMAGENE▲ Si. ▼ERISSENA▲ T'inganni. N. 5 Aria ▼ERISSENA▲ Chi vive amante sai che delira, spesso si lagna, sempre sospira né d'altro parla che di morir. Io non m'affanno, non mi querelo, giammai tiranno non chiamo il cielo, dunque il mio core d'amor non pena o pur l'amore non è martir. (parte) Scena Quarta (bis) (Timagene solo) Recitativo ▼TIMAGENE▲ So don que, a che si tarda insige, inganni, a mi cavalli tenti compro Alessandro. A priamo, priamo la forte, sento ce mi seconda amica sorte. N. 5 (bis) Aria ▼TIMAGENE▲ Se il va promette calma, ed il nocchier sprezza, poi l’onda il vento spezza, ed il periglio è allor d’esservi assorto; così se afflitta è l’alma perché fu avverso il fato, se il vede poi placato, non deve più irritar chi è suo conforto. Scena Quinta (Nella reggia di Cleofide. Cleofide con séguito) Recitativo ▼CLEOFIDE▲ Perfidi! Ite di Poro a ricercar nel campo. (Poro entra) ▼PORO▲ (Fra sè) Ecco l'infida! (A Cleofide) Io vengo apportator di fortunati eventi. ▼CLEOFIDE▲ Respira, oh cor! Che arrechi? ▼PORO▲ Per Alessandro al fine si dichiarò la sorte; a me non resta che un inutile ardir. ▼CLEOFIDE▲ Son queste, oh dèi, le felici novelle? ▼PORO▲ Io non saprei per te più liete immaginarne; il caro verrà tra poco a offrirti i suoi trofei ▼CLEOFIDE▲ Ah! Non dirmi così; che ingiusto sei! ▼PORO▲ Ingiusto? A ognuno è noto, che di lui serpe la tua beltà farsi tiranna. ▼CLEOFIDE▲ Ogn'uno pur s'inganna; torna a te stesso. ▼PORO▲ Ah! so che l'ami. ▼CLEOFIDE▲ Sol per salvarti io fingo; tu geloso così m'offendi? ▼PORO▲ Oh! dèi! ▼CLEOFIDE▲ Tollerar più non posso così barbari oltraggi. Vo' fuggir questo cielo. ▼PORO▲ Fermati; ascolta! Io ti prometto, oh cara, di mai più dubitar della tua fede. ▼CLEOFIDE▲ Ancor non m'assicuro. Giuralo! ▼PORO▲ A tutti i nostri dèi lo giuro. N. 6 Arioso ▼PORO▲ Se mai più sarò geloso, mi punisca il sacro nume che dell'India è domator. Scena Sesta (Entra Erissena accompagnata da' Macedoni) Recitativo ▼CLEOFIDE▲ Erissena! Che veggo! ▼PORO▲ Io ti credevo prigioniera nel campo. ▼ERISSENA▲ Il vincitor pietoso a voi mi rende. ▼CLEOFIDE▲ Che di me ti richiese? ▼PORO▲ (Fra sè) Oh che desto! ▼ERISSENA▲ Ridirti non saprei. Sì che mi piacque quel dolce favellar, quel bel sembiante, quell'alma grande, il brio… ▼PORO▲ (Fra sè) Ah! ch'importuna. (Ad Erissena) Cleofide da te questo non chiede. ▼CLEOFIDE▲ Macedoni guerrieri, tornate al vostro re, ditegli, quanto anche tra noi la sua virtù s'ammira, ditegli, che al suo piede tra le falange armate Cleofide verrà. (partono i macedoni) ▼PORO▲ Come? ▼CLEOFIDE▲ (a Poro) N'andate! Che insolito timore or t'avvelena? ▼PORO▲ Lo tolga il cielo. (Fra sè) Oh giuramento! Oh pena! N. 7 Aria ▼CLEOFIDE▲ Se mai turbo il tuo riposo, se m'accendo ad altro lume, pace mai non abbia il cor. Fosti sempre il mio bel nume, sei tu solo il mio diletto e sarai l'ultimo affetto come fosti il primo amor. (parte) Scena Settima (Erissena e Poro) Recitativo ▼PORO▲ Cleofide va al campo ed io qui resto? ▼ERISSENA▲ Scaccia un vano timore! ▼PORO▲ Soffrir non posso più; pronto si segna quel infedel… (Gandarte soppraggiunge) ▼GANDARTE▲ Dove, mio re? ▼PORO▲ Nel campo. ▼GANDARTE▲ Sire deh frena un disperato ardire. Seppi che di reggio serto Timagene ingannò. Poro mi crede; mi parlò; lo scopersi nemico d'Alessandro assai da lui noi possiamo sperare. ▼PORO▲ Ah non è questa la mia cura maggiore. Al greco duce Cleofide s'invia; non deggio rimaner. ▼GANDARTE▲ Fermati; e vuoi per vana gelosia scomporre i grandi segni? ▼PORO▲ Ah lo conosco, amico, e mille volte il giorno scaccio i sospetti, e a ricadervi io torno. N. 8 Aria ▼PORO▲ Se possono tanto due luci vezzose, son degne di pianto le furie gelose d'un alma infelice, d'un misero cor. S'accenda un momento chi sgrida, chi dice che vano è il tormento, che ingiusto è il timor. (parte) Scena Ottava (Erissena e Gandarte) Recitativo ▼ERISSENA▲ Dimmi vedesti in sugli opposti lidi dell'Idaspe Alessandro? ▼GANDARTE▲ Ancor no 'l vidi. ▼ERISSENA▲ Se Alessandro una volta giungi a veder, gli troverai nel volto insolita beltà. ▼GANDARTE▲ Per fama è nota. ▼ERISSENA▲ Lega il cor quando parla; porta le grazie in fronte, e… ▼GANDARTE▲ Temo, oh cara, sia detto con tua pace che Alessandro ti piaccia. ▼ERISSENA▲ È ver, mi piace. ▼GANDARTE▲ Ti piace? Oh dèi! Crudele, gli affetti a me dovuti altrui comparti? ▼ERISSENA▲ Dunque per ben amarti tutto il resto del mondo odiar degg'io? ▼GANDARTE▲ Me infelice! Che intendo? Chi udii caso in amore eguale al mio? N. 9 Aria ▼GANDARTE▲ Compagni nell'amore se tollerar non sai, non puoi trovare un core che avvampi mai per te. Chi tanta fé richiede si rende altrui molesto, questo rigor di fede più di stagion non è. (partono) Scena Nona (Gran padiglione d'Alessandro vicino all'Idaspe con vista della reggia di Cleofide sull'altra sponda del fiume, Alessandro) Recitativo ▼ALESSANDRO▲ (Fra sè) Ecco vien la cagion de' miei tormenti. N. 10 Sinfonia (Si vedono venire molte barche per il fiume dalle quali scendono Indiani che portano molti doni. Cleofide sbarca dalla barca principale e viene incontrata da Alessandro) Recitativo ▼CLEOFIDE▲ Ciò che t'offro, Alessandro, è quanto di più raro ha il nostro suolo. ▼ALESSANDRO▲ Vil desio di tesori qui non mi trasse. Timagene, alle navi tornino quei tesori. (Timagene si ritira) ▼ALESSANDRO▲ Siedi, oh regina! (Fra sè) Che amabile sembianza! ▼CLEOFIDE▲ (Fra sè) Mie lusinghe alla prova. ▼ALESSANDRO▲ (Fra sè) Alma costanza. ▼CLEOFIDE▲ A te, signor, non voglio rimproverar le mie sventure. Basti dirti, ch'io non credea che venisse Alessandro per trionfar, oh dèi! di donna imbelle, che ammira i pregi suoi, che sua clemenza spiegò come se fosse… ▼ALESSANDRO▲ (Fra sè) E qual assalto? ▼CLEOFIDE▲ Nello stato infelice ove mi vedo. Non chiamarmi nemica, altro non chiedo. ▼ALESSANDRO▲ Tu di Poro in soccorso… ▼CLEOFIDE▲ Oh dèi, che ascolto! Sei tu che parli? Si perda pur scettri, vassalli, e vita, negli elisi onorata quest'alma avrà sembianza. ▼ALESSANDRO▲ (Fra sè) Ah sento vacillar la mia costanza. ▼CLEOFIDE▲ Tu non mi guardi, e fuggi l'incontro del mio ciglio? Tanto odiosa ti son? ▼ALESSANDRO▲ Ma non è ver. Sappi… T'inganni… (Fra sè) Oh dio. M'uscì quasi da' labbri «idolo mio» Scena Decima (Timagene entra) ▼TIMAGENE▲ Monarca impaziente il duce Asbite chiede a nome di Poro teco parlar. ▼ALESSANDRO▲ Scusa, oh regina! Ei venga. Scena Undicesima (Poro entra) ▼PORO▲ (Fra sè) Eccola. O gelosia! ▼CLEOFIDE▲ (Fra sè) Poro? ▼PORO▲ Perdona, Cleofide. Alessandro, di tua lunga dimora chi n'è ben degno. ▼CLEOFIDE▲ (Fra sè) Già di nuovo è geloso! Ardo di sdegno. ▼ALESSANDRO▲ Parla, Asbite. Che chiede Poro da me? ▼PORO▲ L'offerte tue ricusa; né vinto ancor si chiama ▼ALESSANDRO▲ Tenti dunque di nuovo… ▼CLEOFIDE▲ Eh no, sospendi, Signor, La tua credenza. Alla mia reggia, amico, Oh vincitor, vieni, e saprai meglio di Poro i sensi. ▼PORO▲ Non fidarti, Alessandro! È quella infida avvezza ad ingannar. ▼ALESSANDRO▲ Dì, troppo audace. ▼PORO▲ Tradì il mio re in amor… ▼CLEOFIDE▲ (Fra sè) S'ingelosisce (Ad Alessandro) E chi potrebbe, oh dèi, non amar Alessandro? ▼PORO▲ (Fra sè) Oh infedeltà! ▼ALESSANDRO▲ Che ascolto? ▼CLEOFIDE▲ Ah! se l'acquisto potessi del tuo cor… ▼ALESSANDRO▲ Basta, oh regina; godi pur la tua pace e i regni tuoi. Amico e difensor, lodo ed ammiro, ma però non adoro il tuo sembiante. Son guerrier su l'Idaspe e non amante. N. 11 Aria ▼ALESSANDRO▲ Se amore a questo petto non fosse ignoto affetto, per te m'accenderei, lo proverei per te. Ma se quest'alma avvezza non è a si dolce ardore, colpa di tua bellezza, colpa non è d'amore e colpa mia non è. (parte) Scena Dodicesima (Poro e Cleofide) Recitativo ▼PORO▲ Lode agli dèi! Son persuaso alfine della tua fedeltà. ▼CLEOFIDE▲ Lode agli dèi! Poro di me si fida, più geloso non è. Ricordo il giuramento. ▼PORO▲ La promessa rammento. ▼CLEOFIDE▲ Si conosce. ▼PORO▲ Si vede. ▼CLEOFIDE▲ Che placido amator! ▼PORO▲ Che bella fede! N. 12 Duetto ▼PORO▲ Se mai turbo il tuo riposo, se m'accendo per altro lume pace mai non abbia il cor. ▼CLEOFIDE▲ Se mai più sarò geloso, mi punisca il sacro nume, che dell'India è domator. ▼PORO▲ Infedel, questo è l'amore? ▼CLEOFIDE▲ Menzogner, questa è la fede? ▼CLEOFIDE, PORO▲ Chi non crede al mio dolore che lo possa un dì provar. ▼PORO▲ Per chi perdo, giusti dèi il riposo de' miei giorni! ▼CLEOFIDE▲ A chi mai gl'affetti miei giusti dèi serbai finora? Insieme ▼CLEOFIDE▲ Ah si mora e non si torni per l'ingrato a sospirar. ▼PORO▲ Ah si mora e non si torni per l'ingrata a sospirar. ATTO PRIMO Scena Prima Campo di battaglia sulle rive dell'Idaspe. Tende e carri rovesciati; soldati, disperse armi, insegne, ed altri avanzi dell'esercito di Poro di Ptio disfatto da Alessandro 1. Recitativo Accompagnato PORO Fermatevi, compagni! Ah! con la fuga mai si compra una vita. A chi ragiono? Sorte, m'abbandonasti! È dunque in cielo sì temuto Alessandro, che a suo favor può far ingiusti i numi? Ah! si mora, e si scemi il trionfo a costui! Già visse assai, chi libero morì. in atto d'uccidersi Recitativo Gandarte entra GANDARTE Mio re, che fai? PORO All'ira degli dèi involo un infelice. GANDARTE Serbati alla vendetta. E a Cleofide vivi! PORO Oh dèi, quel nome d'amor di gelosia mi strugge il core! Alessandro l'adora. GANDARTE E puoi lasciarla? PORO No! Si contenda ancora quel tesoro al rivale. GANDARTE Ma stuol nemico s'avanza. Oh dèi! fuggi, mio re nascondi! PORO Io fuggir? GANDARTE Ah! Signore, dammi il regal tuo serto, almen s'inganni il nemico così. si cava il cimiero PORO Ma il tuo periglio? GANDARTE Pensa al tuo scampo! si scambiano i cimieri PORO Oh dèi! Per tanta fedeltade esaurite pietosi i voti miei! 2. Aria GANDARTE È prezzo leggero d'un suddito il sangue, se all'indico impero conserva il suo re. Oh inganni infelici, se al par dei nemici restasse ingannato il fato da me. parte Scena Seconda Timagene con spada nuda, séguito di Macedoni Recitativo TIMAGENE Guerrier, t'arresta, e cedi quell'inutile acciaro. PORO Pria di vincermi, oh! quanto e di periglio e di sudor ti resta. TIMAGENE Su, macedoni, forza… PORO volendosi difendere gli cade la spada Ah! ferro ingrato! ALESSANDRO giungendo Olà, fermate! Io chiedo virtute in voi alla fortuna eguale. TIMAGENE Il cenno eseguirò. parte PORO Fra se Questi è il rivale. ALESSANDRO Guerrier, chi sei? PORO Mi chiamo Asbite, il Gange mi diè il natale; e per un genio antico son di Poro seguace e tuo nemico. ALESSANDRO Frasè Come ardito ragiona! A Poro E quali offese tu soffristi da me? PORO Queste che soffre tutto il mondo sconvolto dal tuo vasto desio di dominarlo. ALESSANDRO T'inganni, Asbite; io cerco, per dar lustro a miei fasti, un'emula virtù che mi contrasti. PORO Forse in Poro l'avrai. ALESSANDRO Qual è di Poro l'indole, il genio? PORO È degno d'un guerriero e d'un re. ALESSANDRO Fra sè Oh coraggio sublime! A Poro Asbite, vanne libero al tuo signore, digli che vinto solo da me si chiami; poi torni ai regni suoi. PORO Male scegliesti tuo ambasciator Asbite. ALESSANDRO Generoso però tu parmi; il passo abbia libero, Asbite, e al fianco illustre prendi questa ch'io cingo, ricca di Dario e preziosa spoglia. si leva la spada dal fianco e la dà a Poro PORO Il dono accetto; e ti diran tra poco mille e mille ferite, qual uso a danni tuoi ne faccia Asbite. N. 3 Aria Vedrai con tuo periglio di questa spada il lampo come baleni in campo sul ciglio al donator. Conoscerai chi sono, ti pentirai del dono, ma sarà tardi allor. parte Scena Terza Alessandro Recitativo ALESSANDRO Oh sublime ardimento! Timagene entra con Erissena incatenata TIMAGENE La germana di Poro t'offre la sorte. ERISSENA Oh dèi! D'Erissena che fia? ALESSANDRO Chi di quei lacci l'innocenza aggravò? TIMAGENE Questi di Poro sudditi per piacerti. ALESSANDRO Indegni, i ceppi sian raddoppiati a questi vili, e a Poro si scorti. Tu real donzella intanto libera sei; sta' lieta e asciuga il pianto! N. 4 Aria ALESSANDRO Vil trofeo d'un alma imbelle è quel ciglio allorché piange; io non venni infino al Gange le donzelle a debellar. Ho rossor di quegli allori che non han fra' miei sudori cominciato a germogliar. parte Scena Quarta Erissena e Timagene ERISSENA Questo è Alessandro? TIMAGENE È questo. ERISSENA Io mi credea che avessero li Greci più rigido l'aspetto, Più fiero il care. TIMAGENE Se le greche sembianze ti sono grate così, son greco anch'io; t'offro gli affetti miei. ERISSENA Non è greco Alessandro, O tu no 'l sei. TIMAGENE Fra sè Alessandro m'offende sino nell'amor mio. Mio padre uccise, farò vendetta, è Poro, Poro istesso… Ad Erissena Ma dimmi, già per lui tra gl'amorosi affanni dunque vive Erissena. ERISSENA Io? TIMAGENE Si. ERISSENA T'inganni. N. 5 Aria ERISSENA Chi vive amante sai che delira, spesso si lagna, sempre sospira né d'altro parla che di morir. Io non m'affanno, non mi querelo, giammai tiranno non chiamo il cielo, dunque il mio core d'amor non pena o pur l'amore non è martir. parte Scena Quarta bis Timagene solo Recitativo TIMAGENE So don que, a che si tarda insige, inganni, a mi cavalli tenti compro Alessandro. A priamo, priamo la forte, sento ce mi seconda amica sorte. N. 5 bis Aria TIMAGENE Se il va promette calma, ed il nocchier sprezza, poi l’onda il vento spezza, ed il periglio è allor d’esservi assorto; così se afflitta è l’alma perché fu avverso il fato, se il vede poi placato, non deve più irritar chi è suo conforto. Scena Quinta Nella reggia di Cleofide. Cleofide con séguito Recitativo CLEOFIDE Perfidi! Ite di Poro a ricercar nel campo. Poro entra PORO Fra sè Ecco l'infida! A Cleofide Io vengo apportator di fortunati eventi. CLEOFIDE Respira, oh cor! Che arrechi? PORO Per Alessandro al fine si dichiarò la sorte; a me non resta che un inutile ardir. CLEOFIDE Son queste, oh dèi, le felici novelle? PORO Io non saprei per te più liete immaginarne; il caro verrà tra poco a offrirti i suoi trofei CLEOFIDE Ah! Non dirmi così; che ingiusto sei! PORO Ingiusto? A ognuno è noto, che di lui serpe la tua beltà farsi tiranna. CLEOFIDE Ogn'uno pur s'inganna; torna a te stesso. PORO Ah! so che l'ami. CLEOFIDE Sol per salvarti io fingo; tu geloso così m'offendi? PORO Oh! dèi! CLEOFIDE Tollerar più non posso così barbari oltraggi. Vo' fuggir questo cielo. PORO Fermati; ascolta! Io ti prometto, oh cara, di mai più dubitar della tua fede. CLEOFIDE Ancor non m'assicuro. Giuralo! PORO A tutti i nostri dèi lo giuro. N. 6 Arioso PORO Se mai più sarò geloso, mi punisca il sacro nume che dell'India è domator. Scena Sesta Entra Erissena accompagnata da' Macedoni Recitativo CLEOFIDE Erissena! Che veggo! PORO Io ti credevo prigioniera nel campo. ERISSENA Il vincitor pietoso a voi mi rende. CLEOFIDE Che di me ti richiese? PORO Fra sè Oh che desto! ERISSENA Ridirti non saprei. Sì che mi piacque quel dolce favellar, quel bel sembiante, quell'alma grande, il brio… PORO Fra sè Ah! ch'importuna. Ad Erissena Cleofide da te questo non chiede. CLEOFIDE Macedoni guerrieri, tornate al vostro re, ditegli, quanto anche tra noi la sua virtù s'ammira, ditegli, che al suo piede tra le falange armate Cleofide verrà. partono i macedoni PORO Come? CLEOFIDE a Poro N'andate! Che insolito timore or t'avvelena? PORO Lo tolga il cielo. Fra sè Oh giuramento! Oh pena! N. 7 Aria CLEOFIDE Se mai turbo il tuo riposo, se m'accendo ad altro lume, pace mai non abbia il cor. Fosti sempre il mio bel nume, sei tu solo il mio diletto e sarai l'ultimo affetto come fosti il primo amor. parte Scena Settima Erissena e Poro Recitativo PORO Cleofide va al campo ed io qui resto? ERISSENA Scaccia un vano timore! PORO Soffrir non posso più; pronto si segna quel infedel… Gandarte soppraggiunge GANDARTE Dove, mio re? PORO Nel campo. GANDARTE Sire deh frena un disperato ardire. Seppi che di reggio serto Timagene ingannò. Poro mi crede; mi parlò; lo scopersi nemico d'Alessandro assai da lui noi possiamo sperare. PORO Ah non è questa la mia cura maggiore. Al greco duce Cleofide s'invia; non deggio rimaner. GANDARTE Fermati; e vuoi per vana gelosia scomporre i grandi segni? PORO Ah lo conosco, amico, e mille volte il giorno scaccio i sospetti, e a ricadervi io torno. N. 8 Aria PORO Se possono tanto due luci vezzose, son degne di pianto le furie gelose d'un alma infelice, d'un misero cor. S'accenda un momento chi sgrida, chi dice che vano è il tormento, che ingiusto è il timor. parte Scena Ottava Erissena e Gandarte Recitativo ERISSENA Dimmi vedesti in sugli opposti lidi dell'Idaspe Alessandro? GANDARTE Ancor no 'l vidi. ERISSENA Se Alessandro una volta giungi a veder, gli troverai nel volto insolita beltà. GANDARTE Per fama è nota. ERISSENA Lega il cor quando parla; porta le grazie in fronte, e… GANDARTE Temo, oh cara, sia detto con tua pace che Alessandro ti piaccia. ERISSENA È ver, mi piace. GANDARTE Ti piace? Oh dèi! Crudele, gli affetti a me dovuti altrui comparti? ERISSENA Dunque per ben amarti tutto il resto del mondo odiar degg'io? GANDARTE Me infelice! Che intendo? Chi udii caso in amore eguale al mio? N. 9 Aria GANDARTE Compagni nell'amore se tollerar non sai, non puoi trovare un core che avvampi mai per te. Chi tanta fé richiede si rende altrui molesto, questo rigor di fede più di stagion non è. partono Scena Nona Gran padiglione d'Alessandro vicino all'Idaspe con vista della reggia di Cleofide sull'altra sponda del fiume, Alessandro Recitativo ALESSANDRO Fra sè Ecco vien la cagion de' miei tormenti. N. 10 Sinfonia Si vedono venire molte barche per il fiume dalle quali scendono Indiani che portano molti doni. Cleofide sbarca dalla barca principale e viene incontrata da Alessandro Recitativo CLEOFIDE Ciò che t'offro, Alessandro, è quanto di più raro ha il nostro suolo. ALESSANDRO Vil desio di tesori qui non mi trasse. Timagene, alle navi tornino quei tesori. Timagene si ritira ALESSANDRO Siedi, oh regina! Fra sè Che amabile sembianza! CLEOFIDE Fra sè Mie lusinghe alla prova. ALESSANDRO Fra sè Alma costanza. CLEOFIDE A te, signor, non voglio rimproverar le mie sventure. Basti dirti, ch'io non credea che venisse Alessandro per trionfar, oh dèi! di donna imbelle, che ammira i pregi suoi, che sua clemenza spiegò come se fosse… ALESSANDRO Fra sè E qual assalto? CLEOFIDE Nello stato infelice ove mi vedo. Non chiamarmi nemica, altro non chiedo. ALESSANDRO Tu di Poro in soccorso… CLEOFIDE Oh dèi, che ascolto! Sei tu che parli? Si perda pur scettri, vassalli, e vita, negli elisi onorata quest'alma avrà sembianza. ALESSANDRO Fra sè Ah sento vacillar la mia costanza. CLEOFIDE Tu non mi guardi, e fuggi l'incontro del mio ciglio? Tanto odiosa ti son? ALESSANDRO Ma non è ver. Sappi… T'inganni… Fra sè Oh dio. M'uscì quasi da' labbri «idolo mio» Scena Decima Timagene entra TIMAGENE Monarca impaziente il duce Asbite chiede a nome di Poro teco parlar. ALESSANDRO Scusa, oh regina! Ei venga. Scena Undicesima Poro entra PORO Fra sè Eccola. O gelosia! CLEOFIDE Fra sè Poro? PORO Perdona, Cleofide. Alessandro, di tua lunga dimora chi n'è ben degno. CLEOFIDE Fra sè Già di nuovo è geloso! Ardo di sdegno. ALESSANDRO Parla, Asbite. Che chiede Poro da me? PORO L'offerte tue ricusa; né vinto ancor si chiama ALESSANDRO Tenti dunque di nuovo… CLEOFIDE Eh no, sospendi, Signor, La tua credenza. Alla mia reggia, amico, Oh vincitor, vieni, e saprai meglio di Poro i sensi. PORO Non fidarti, Alessandro! È quella infida avvezza ad ingannar. ALESSANDRO Dì, troppo audace. PORO Tradì il mio re in amor… CLEOFIDE Fra sè S'ingelosisce Ad Alessandro E chi potrebbe, oh dèi, non amar Alessandro? PORO Fra sè Oh infedeltà! ALESSANDRO Che ascolto? CLEOFIDE Ah! se l'acquisto potessi del tuo cor… ALESSANDRO Basta, oh regina; godi pur la tua pace e i regni tuoi. Amico e difensor, lodo ed ammiro, ma però non adoro il tuo sembiante. Son guerrier su l'Idaspe e non amante. N. 11 Aria ALESSANDRO Se amore a questo petto non fosse ignoto affetto, per te m'accenderei, lo proverei per te. Ma se quest'alma avvezza non è a si dolce ardore, colpa di tua bellezza, colpa non è d'amore e colpa mia non è. parte Scena Dodicesima Poro e Cleofide Recitativo PORO Lode agli dèi! Son persuaso alfine della tua fedeltà. CLEOFIDE Lode agli dèi! Poro di me si fida, più geloso non è. Ricordo il giuramento. PORO La promessa rammento. CLEOFIDE Si conosce. PORO Si vede. CLEOFIDE Che placido amator! PORO Che bella fede! N. 12 Duetto PORO Se mai turbo il tuo riposo, se m'accendo per altro lume pace mai non abbia il cor. CLEOFIDE Se mai più sarò geloso, mi punisca il sacro nume, che dell'India è domator. PORO Infedel, questo è l'amore? CLEOFIDE Menzogner, questa è la fede? CLEOFIDE, PORO Chi non crede al mio dolore che lo possa un dì provar. PORO Per chi perdo, giusti dèi il riposo de' miei giorni! CLEOFIDE A chi mai gl'affetti miei giusti dèi serbai finora? Insieme CLEOFIDE Ah si mora e non si torni per l'ingrato a sospirar. PORO Ah si mora e non si torni per l'ingrata a sospirar. Handel,George Frideric/Poro/II
https://w.atwiki.jp/oper/pages/3241.html
このテンプレはポリウト方式で作成されています。 こちらの役名一覧に和訳を記載して管理人までお知らせください。 ATTO PRIMO Sinfonia (con coro) ▲CORO▼ O nume pietoso, O padre amoroso Che reggi ad un tempo La terra ed il ciel, Nume pietoso, ecc. Scena Prima (tenebrose caverne) ▲A▼ Scendiam… ▲B▼ Silenzio… ▲A▼ Silenzio… ▲B▼ Immerso, tutto nel sonno è l'universo… ▲A▼ Da questo ignoto, profondo speco a Palesarci non sorga un'eco. ▲TUTTI▼ Ancor ci asconda un velo arcano all'empio ferro che ne minaccia. Il giorno forse non è lontano che fra i martiri al mondo in faccia, per, noi la prece, con labbro esangue, al Re de' cieli s'innalzerà E più del labbro, il nostro sangue del Dio vivente favellerà. ▲NEARCO▼ (a Poliuto) Tu sei commosso! ▲POLIUTO▼ È ver… Sul capo mio l'onda che terge dall'antica macchia fia sparse in breve… Un sacro terror m'investe! ▲NEARCO▼ Di terror che parli? Quei che t'apre le braccia, ostia di pace s'offerse, e pace ei dona nell'alma in cui discende. ▲POLIUTO▼ Io n'ho ben d'uopo! Da procellosi affetti è sconvolta la mia. ▲NEARCO▼ Poliuto! ▲POLIUTO▼ Velen di gelosia mi freme il cor!… ▲NEARCO▼ Fia vero… ▲POLIUTO▼ Dir la parola, intendere il pensiero mal può di quanto amor la mia consorte amava… ed amo… Di tristezza ingombra talor la vidi, e tacito le guance solcarle amaro pianto a lei ne chiesi; con labbro incerto mendicò ragioni, che fur pretesti. A Callistene spersi il mio pensier geloso, e d'un rivale anch'ei sospetta. ▲NEARCO▼ Ah! Chi nomasti? Taci. Ministro d'un culto iniquo, ben costui le parti tutte ne adempie! Di virtù severa specchio è la tua consorte. Calmati… cessa. Il momento s'appressa il momento solenne! A Dio ti volgi, e quel soccorso implora, che invan giammai non fu richiesto. ▲POLlUTO▼ Io piego la fronte nella polve… … e gemo… e prego. D'un'alma troppo fervida tempra, buon Dio, gli affetti… Tu che lo puoi, tu dissipa gli orrendi miei sospetti… Nel combattuto cuore t'inebrii il mio favore, né più lo scuota un palpito che indegno sia di te… Ah, amor! (Partono. Entra Paolina, sola.) ▲PAOLINA▼ Ove m'inoltro? Qual tremendo speco! Ah! Vano il mio sospetto non fu! Qui certo han loco i sanguinosi altari, e le vietate orribili adunanze di lor, che Dio si fer un uom. Lo sposo,… Anch'egli dunque? O morte, rapito m'hai l'amante, ora il consorte bieca sogguardi!… Gente s'appressa!… (Entra Nearco, seguito da un drappello di Cristiani) ▲NEARCO▼ Fin, che si compia il rito cauti vegliate della rupe il varco. In voi m'affido. ▲UN CRISTIANO▼ Non temer. (esce) ▲PAOLINA▼ Nearco? ▲NEARCO▼ Qual voce! Che! traveggo! Donna, tu qui? ▲PAOLINA▼ Sull'orme di Poliuto trassi. Un dubbio, un fero dubbio è sorto nel mio pensier… La santa religion degli avi osato avria disdir? ▲NEARCO▼ Tu dici il vero. ▲PAOLINA▼ Numi! ▲NEARCO▼ Fatal mistero tu penetrasti! Una recente legge non più d'esilio, ma di pronta morte i neofiti coglie! La tua virtù fia pegno del tuo silenzio, ed il periglio estremo di Poliuto!… Andar m'è d'uopo. ▲▼ (Rientra) ▲PAOLINA▼ Io tremo! ▲POLIUTO ▼ (dalla speco) Infiamma quest'alma, spirto di Dio, che piena di speme a te ricovrò… E il premio le serba che avanza il desio, pei nostri nemici preghiamo, Signor. ▲PAOLINA▼ Un turbamento arcano lo provo!.. Al cor mi scende quella preghiera! È forza, È forza ch'io m'atterri! Oh! che mai sento!… Fin pei nemici loro! Divino accento! Di quai soavi lagrime aspersa è la mia gota!… Qual mi ricerca l'anima dolce potenza ignota!… Somiglia alla speranza… L'umana gioia avanza… Par che dal ciglio infranto mi cada un fosco vel!… Par che il devoto canto ritrovi un'eco in ciel! (Entrano Poliuto e Nearco quindi gli altri cristiani) ▲NEARCO▼ Mira… ▲POLIUTO▼ Donna!… ▲PAOLINA▼ Ah, sposo mio… Di'… rispondi… Abbandonasti il tuo rito? ▲POLIUTO▼ Un vero Dio me raccolse. ▲PAOLINA▼ Ed obliasti qual rigor? ▲POLIUTO▼ Nol temo, nol temo. Donde viene il periglio, onde viene il terror? (odesi lieta musica guerriera, i cristiani ricompariscono) ▲NEARCO▼ Un favorito del sommo imperator, un più tremendo proconsol empio in questo dì qui giunge, e il suo braccio feroce ora dal cor n'è sprone a carnefici nostri, onde novelli s'inventino supplici. ▲POLIUTO▼ Io l'affronto il furore; al lor pugnali già presento il sen. ▲PAOLINA▼ Ah! deh, taci! Al proconsole e a mio padre più ancora cela il segreto. Io pure il taccio. ▲POLIUTO▼ Che io rinneghi quel Dio che tanto adoro! ▲PAOLINA▼ Taci, se m'ami! Taci… taci, se m'ami, o di spavento, o di spavento morrò! ▲POLIUTO▼ Oggetto de miei numi, gentil pensier di me, clemente fra gli eletti Iddio ti chiama a sé. ▲PAOLINA▼ Ah! se tu m'ami, taci Piangendo chieggo a te. Lo sdegno lor paventa, Lo sposo salva a me, Paventa il loro sdegno! ▲NEARCO, CRISTIANI▼ Nell'ombra e nel silenzio volgiamo amici il piè,… Poter un Dio clemente farà trionfar la fè ecc. ▲POLIUTO▼ Oggetto de miei numi, gentil pensier di me, clemente fra gli eletti Iddio ti chiama sé. ▲PAOLINA▼ Se tu m'ami, Ah, taci, piangendo chieggo a te, lo sposo salva a me, ah, si, ecc. ▲UN CRISTIANO▼ Omai da lunge nell'immense pianure brillan le insegne di romane legion. ▲NEARCO▼ Il proconsol s'avanza del alto Imperator Qui Severo giunge armato. ▲PAOLINA▼ Ah! Severo!… E combattendo ei sul campo non mori? ▲NEARCO▼ Egli vive. ▲PAOLINA▼ O ciel!… che sento? Ah! Egli vive! Severo? Ah! Perchè di stolto giubilo mi balzi, o cor, nel petto?… Vive l'amato oggetto, ma spento egli è per me! Condanna questi palpiti il mio dover… la sorte… Il palpito di morte meglio s'addice a te… Perchè mi balzi, o cor, perchè? L'amato oggetto è spento, Spento egli è per me; Il palpito di morte Ah, s'addice a te. (Partono) Scena Seconda (piazza di Mitilene. Severo preceduto dalle sue legioni) ▲CORO▼ Plausi all'inclito Severo, lauri eterni alla sua chioma; egli è vita dell'impero, brando e scudo agli è di Roma, sì, vita… Plausi all'inclito Severo, ecc. Saggio in pace; forte in guerra, fra i mortali un Dio sembrò Plausi all'inclito Severo lauri eterni alla sua chioma. In guerra fra mortali un Dio sembrò, ecc. Plausi! Plausi! Viva! ▲SEVERO▼ Decio, signor del mondo, popolo armeno, a te m'invia felice egli ti brama, ed a tal uopo ingiunto m'ha d'estirpar l'iniqua sacrilega genia ribelle ai numi, che s'annida fra voi, come tra i fiori malvagia serpe. (da sé) In breve ti rivedrò, mia speme! Il sen mi scuote un palpitar frequente!… La tua dolce presenza il cor già sente! Di tua beltade immagine è questo sol ch'io miro; Piena è di te quest'aura, piena del tuo respiro… Ah! tutto in queste arene parla contento e amor! Celeste Iddio propizio chiuse la mia ferita, pur da te lunge, ah! Misero! Io non sentia la vita… Dappresso a te, mio bene, saprò che vivo ancor! ecc. (Entrano Callistene, Poliuto, ecc.) ▲CALLISTENE▼ Come fausta è a noi l'aurora che in Armenia ti conduce; a'tuoi voti Giove ognora Fausto arrida, invitto Duce ▲SEVERO▼ Grato appien!… (vede Felice) Sei tu?…M'abbraccia. E la figlia? ▲FELICE▼ (sa sè) Ciel!… che mai, che dir posso? … il cor s'agghiaccia! ▲SEVERO▼ Non rispondi? ▲FELICE▼ La vedrai… ▲SEVERO▼ Ella forse? ▲FELICE▼ Al tuo cospetto mira intanto il suo consorte. ▲SEVERO▼ (come tocco da fulmine) Il consorte! ▲POLIUTO▼ (da sé) Qual sospetto! ▲FELICE▼ (da sé) Oh momento! ▲SEVERO▼ (da sé) Oh colpo! ▲CALLISTENE▼ (da sé) Oh sorte! ▲FELICE▼ (da sé) Fremo! ▲SEVERO▼ (da sé) Non deliro?… Ella?) ▲CALLISTENE▼ (da sé) Oh sorte! ▲POLIUTO▼ (da sé) Si converse di pallor ▲SEVERO▼ Altrui porgesti, donna rea, la mano e il cor?… Ahimè! No, l'acciar non fu spietato che versava il sangue mio, ma spietato fu quel Dio che la vita a me serbò! Godi pure, o core ingrato, gel di morte in sen mi piomba… Quest'avanzo della tomba alla tomba io renderò. No l'acciar non fu spietato… ▲CORO▼ Gloria! Gloria! Fra i mortali un Dio sembro! Plausi all'inclito Severo, lauri eterni alla sua chioma; egli è vita dell'impero. Saggio in pace, forte in guerra, fra i mortali un Dio sembrò! (Severo entra nel palagio; tutti lo seguono.) Fine dell'Atto Primo ATTO PRIMO Sinfonia (con coro) CORO O nume pietoso, O padre amoroso Che reggi ad un tempo La terra ed il ciel, Nume pietoso, ecc. Scena Prima (tenebrose caverne) A Scendiam… B Silenzio… A Silenzio… B Immerso, tutto nel sonno è l'universo… A Da questo ignoto, profondo speco a Palesarci non sorga un'eco. TUTTI Ancor ci asconda un velo arcano all'empio ferro che ne minaccia. Il giorno forse non è lontano che fra i martiri al mondo in faccia, per, noi la prece, con labbro esangue, al Re de' cieli s'innalzerà E più del labbro, il nostro sangue del Dio vivente favellerà. NEARCO (a Poliuto) Tu sei commosso! POLIUTO È ver… Sul capo mio l'onda che terge dall'antica macchia fia sparse in breve… Un sacro terror m'investe! NEARCO Di terror che parli? Quei che t'apre le braccia, ostia di pace s'offerse, e pace ei dona nell'alma in cui discende. POLIUTO Io n'ho ben d'uopo! Da procellosi affetti è sconvolta la mia. NEARCO Poliuto! POLIUTO Velen di gelosia mi freme il cor!… NEARCO Fia vero… POLIUTO Dir la parola, intendere il pensiero mal può di quanto amor la mia consorte amava… ed amo… Di tristezza ingombra talor la vidi, e tacito le guance solcarle amaro pianto a lei ne chiesi; con labbro incerto mendicò ragioni, che fur pretesti. A Callistene spersi il mio pensier geloso, e d'un rivale anch'ei sospetta. NEARCO Ah! Chi nomasti? Taci. Ministro d'un culto iniquo, ben costui le parti tutte ne adempie! Di virtù severa specchio è la tua consorte. Calmati… cessa. Il momento s'appressa il momento solenne! A Dio ti volgi, e quel soccorso implora, che invan giammai non fu richiesto. POLlUTO Io piego la fronte nella polve… … e gemo… e prego. D'un'alma troppo fervida tempra, buon Dio, gli affetti… Tu che lo puoi, tu dissipa gli orrendi miei sospetti… Nel combattuto cuore t'inebrii il mio favore, né più lo scuota un palpito che indegno sia di te… Ah, amor! (Partono. Entra Paolina, sola.) PAOLINA Ove m'inoltro? Qual tremendo speco! Ah! Vano il mio sospetto non fu! Qui certo han loco i sanguinosi altari, e le vietate orribili adunanze di lor, che Dio si fer un uom. Lo sposo,… Anch'egli dunque? O morte, rapito m'hai l'amante, ora il consorte bieca sogguardi!… Gente s'appressa!… (Entra Nearco, seguito da un drappello di Cristiani) NEARCO Fin, che si compia il rito cauti vegliate della rupe il varco. In voi m'affido. UN CRISTIANO Non temer. (esce) PAOLINA Nearco? NEARCO Qual voce! Che! traveggo! Donna, tu qui? PAOLINA Sull'orme di Poliuto trassi. Un dubbio, un fero dubbio è sorto nel mio pensier… La santa religion degli avi osato avria disdir? NEARCO Tu dici il vero. PAOLINA Numi! NEARCO Fatal mistero tu penetrasti! Una recente legge non più d'esilio, ma di pronta morte i neofiti coglie! La tua virtù fia pegno del tuo silenzio, ed il periglio estremo di Poliuto!… Andar m'è d'uopo. (Rientra) PAOLINA Io tremo! POLIUTO (dalla speco) Infiamma quest'alma, spirto di Dio, che piena di speme a te ricovrò… E il premio le serba che avanza il desio, pei nostri nemici preghiamo, Signor. PAOLINA Un turbamento arcano lo provo!.. Al cor mi scende quella preghiera! È forza, È forza ch'io m'atterri! Oh! che mai sento!… Fin pei nemici loro! Divino accento! Di quai soavi lagrime aspersa è la mia gota!… Qual mi ricerca l'anima dolce potenza ignota!… Somiglia alla speranza… L'umana gioia avanza… Par che dal ciglio infranto mi cada un fosco vel!… Par che il devoto canto ritrovi un'eco in ciel! (Entrano Poliuto e Nearco quindi gli altri cristiani) NEARCO Mira… POLIUTO Donna!… PAOLINA Ah, sposo mio… Di'… rispondi… Abbandonasti il tuo rito? POLIUTO Un vero Dio me raccolse. PAOLINA Ed obliasti qual rigor? POLIUTO Nol temo, nol temo. Donde viene il periglio, onde viene il terror? (odesi lieta musica guerriera, i cristiani ricompariscono) NEARCO Un favorito del sommo imperator, un più tremendo proconsol empio in questo dì qui giunge, e il suo braccio feroce ora dal cor n'è sprone a carnefici nostri, onde novelli s'inventino supplici. POLIUTO Io l'affronto il furore; al lor pugnali già presento il sen. PAOLINA Ah! deh, taci! Al proconsole e a mio padre più ancora cela il segreto. Io pure il taccio. POLIUTO Che io rinneghi quel Dio che tanto adoro! PAOLINA Taci, se m'ami! Taci… taci, se m'ami, o di spavento, o di spavento morrò! POLIUTO Oggetto de miei numi, gentil pensier di me, clemente fra gli eletti Iddio ti chiama a sé. PAOLINA Ah! se tu m'ami, taci Piangendo chieggo a te. Lo sdegno lor paventa, Lo sposo salva a me, Paventa il loro sdegno! NEARCO, CRISTIANI Nell'ombra e nel silenzio volgiamo amici il piè,… Poter un Dio clemente farà trionfar la fè ecc. POLIUTO Oggetto de miei numi, gentil pensier di me, clemente fra gli eletti Iddio ti chiama sé. PAOLINA Se tu m'ami, Ah, taci, piangendo chieggo a te, lo sposo salva a me, ah, si, ecc. UN CRISTIANO Omai da lunge nell'immense pianure brillan le insegne di romane legion. NEARCO Il proconsol s'avanza del alto Imperator Qui Severo giunge armato. PAOLINA Ah! Severo!… E combattendo ei sul campo non mori? NEARCO Egli vive. PAOLINA O ciel!… che sento? Ah! Egli vive! Severo? Ah! Perchè di stolto giubilo mi balzi, o cor, nel petto?… Vive l'amato oggetto, ma spento egli è per me! Condanna questi palpiti il mio dover… la sorte… Il palpito di morte meglio s'addice a te… Perchè mi balzi, o cor, perchè? L'amato oggetto è spento, Spento egli è per me; Il palpito di morte Ah, s'addice a te. (Partono) Scena Seconda (piazza di Mitilene. Severo preceduto dalle sue legioni) CORO Plausi all'inclito Severo, lauri eterni alla sua chioma; egli è vita dell'impero, brando e scudo agli è di Roma, sì, vita… Plausi all'inclito Severo, ecc. Saggio in pace; forte in guerra, fra i mortali un Dio sembrò Plausi all'inclito Severo lauri eterni alla sua chioma. In guerra fra mortali un Dio sembrò, ecc. Plausi! Plausi! Viva! SEVERO Decio, signor del mondo, popolo armeno, a te m'invia felice egli ti brama, ed a tal uopo ingiunto m'ha d'estirpar l'iniqua sacrilega genia ribelle ai numi, che s'annida fra voi, come tra i fiori malvagia serpe. (da sé) In breve ti rivedrò, mia speme! Il sen mi scuote un palpitar frequente!… La tua dolce presenza il cor già sente! Di tua beltade immagine è questo sol ch'io miro; Piena è di te quest'aura, piena del tuo respiro… Ah! tutto in queste arene parla contento e amor! Celeste Iddio propizio chiuse la mia ferita, pur da te lunge, ah! Misero! Io non sentia la vita… Dappresso a te, mio bene, saprò che vivo ancor! ecc. (Entrano Callistene, Poliuto, ecc.) CALLISTENE Come fausta è a noi l'aurora che in Armenia ti conduce; a'tuoi voti Giove ognora Fausto arrida, invitto Duce SEVERO Grato appien!… (vede Felice) Sei tu?…M'abbraccia. E la figlia? FELICE (sa sè) Ciel!… che mai, che dir posso? … il cor s'agghiaccia! SEVERO Non rispondi? FELICE La vedrai… SEVERO Ella forse? FELICE Al tuo cospetto mira intanto il suo consorte. SEVERO (come tocco da fulmine) Il consorte! POLIUTO (da sé) Qual sospetto! FELICE (da sé) Oh momento! SEVERO (da sé) Oh colpo! CALLISTENE (da sé) Oh sorte! FELICE (da sé) Fremo! SEVERO (da sé) Non deliro?… Ella?) CALLISTENE (da sé) Oh sorte! POLIUTO (da sé) Si converse di pallor SEVERO Altrui porgesti, donna rea, la mano e il cor?… Ahimè! No, l'acciar non fu spietato che versava il sangue mio, ma spietato fu quel Dio che la vita a me serbò! Godi pure, o core ingrato, gel di morte in sen mi piomba… Quest'avanzo della tomba alla tomba io renderò. No l'acciar non fu spietato… CORO Gloria! Gloria! Fra i mortali un Dio sembro! Plausi all'inclito Severo, lauri eterni alla sua chioma; egli è vita dell'impero. Saggio in pace, forte in guerra, fra i mortali un Dio sembrò! (Severo entra nel palagio; tutti lo seguono.) Fine dell'Atto Primo Donizetti,Gaetano/Poliuto/II
https://w.atwiki.jp/thunderstone/pages/340.html
Taproot Blade カードタイプ:Village/村 エキスパンション:Caverns of Bane(Advance) 英語版 Card Name Number Class Cost Gold Weight Light VP Text Taproot Blade 8 Weapon・Edged・Light 6 2 4 * Magic Attack +1Dungeon Destroy 1 card to add Magic Attack +2 and Light +1. 日本語版(仮訳) カード名 枚数 分類 コスト 金貨値 重量 明かり 勝利点 テキスト タップルート・ブレード 8 武器・鋭利・明かり 6 2 4 * 魔法攻撃+1ダンジョン:カード1枚を廃棄することで魔法攻撃+2と明かり+1を得る。 カード解説/CARD GLOSSARY カード分析 所感 Taproot(直根)とはゴボウのようにまっすぐ伸びる根のこと。引き抜くと武器として使えるものが生えているのがCaverns of Baneの世界のようだ。他の植物武器も含めて生態が気になるところである。 定番の特定条件でFlaming Sword/フレイム・ソード相当になるカード。これはカード1枚を養分として能力を発揮する、とんだ魔剣もあったものである。どのように養分吸収しているかは不明、ひょっとしたら肥料にしてから引き抜くのかもしれない。 当然ながら威力は高いのだが、カード1枚を減らしている分総攻撃力では少々劣る面がある。また、素の攻撃力が+1どまりなのも難点。廃棄対象が無い手札ではむしろ足を引っ張ってしまう。 対象に制限を持たない廃棄能力持ちなので圧縮カードとしての機能を期待したいところだが、ダンジョン能力であり、何より武器であるところがなかなか難しい。 重さ4のためRegularが素で装備できない。安定した運用には体力4以上の英雄がそれなりの枚数必要。手札がカツカツになるので食料等の体力増強カードはお勧めできない。 とはいえRegular+Thunderstone Shardでの利用を完全に捨てていいかというと微妙なところ。本線の英雄の数が揃うまではRegular、Shardともに廃棄に踏み切るのが躊躇われる。 Torch/たいまつ処分も不安が残るので、まずはLongSpearがもっとも妥当か。 圧縮狙いでの投入枚数だが、3人プレイでダンジョンに向かう回数が10回程度であることを考えると、1枚では基本カードの処分には足りない。かといって同時に3枚以上引いても無意味であることを考えると2枚が理想か。呪いやKobold・Humanoidのような処分対象が多い場では3枚もあり。 LongspearをRegularに装備させてドロー能力を使用した場合、Regularの廃棄は出来なくなるがLongspearの廃棄は可能。ワリと重要な技である。 Taproot Bladeを装備している英雄自身を廃棄することも出来る。無論Taproot Blade自身も。攻撃力が損失してしまうが、処分のタネがなくなって来た頃合には選択肢として考えてもいい。 圧縮カードとして採用するとどうにもままならなくてストレスがたまることが多い。むしろお手軽高威力武器として1枚差しにとどめるほうがいいのかもしれない。 シナジー Fighter Avatar:重量3になることで運用面が劇的に変化する。ダンジョン廃棄カードとしては相当安定した性能に。 アンチシナジー 得意なモンスター 苦手なモンスター クラシック版カード使用時
https://w.atwiki.jp/tljtrans/pages/85.html
It s a priest. It s Father Raul. It s a baby angel...a cherub? He s got a red robe wrapped around his posterior, and he looks to be in a hurry. I can t remember reading about this particular incident in the Bible. Maybe it was in the, uhm, sequel. Nah, that came out only five years ago, and this wall painting looks a lot older than that. It s a wall painting featuring, amongst other things, a cherub and a long red robe. It s the confessionals. It s Cortez. God, that was close... What caused that Shift to open just in time? It has to be Cortez. Finally. I...I can do it, now. I can Shift. It s not easy, but...I can do it. Ironic as it may be, though, I think I ve done all I can do in Arcadia. I have the two Arcadian Dragon s Eye jewels, the disc, and the starmap. Now I need to find the Guardian, the two missing jewels, and somebody who can help me decipher the starmap. And I have to look for those things here, in Stark. It s been more than two years since my last confession, but...no. I m not in a mood to be counting beads right now. And with my list of, uh, shortcomings, I ll be counting beads for a very long time. No, not today. Good morning. I m Father Raul. You re not a Hope Street regular, are you? I haven t seen you here before. I don t visit the neighborhood very often, no. And why should you? It s not a very nice place. This cathedral is all there s left of the hope in Hope Street. I m sorry to hear that, Father. So am I. But we cope. We cope. How may I be of assistance? Hello, Father. It s good to see you back. How may I be of assistance today? Do you know a boy named Warren Hughes? As a matter of fact, I do. The Hughes were regulars before they...traveled to the colonies. Poor Warren was left an orphan by his family. I haven t seen him for years. Where does Warren live? I m not sure he lives anywhere, but he does belong to a Hope Street gang -- the Razorblades, I believe. They seem to congregate just down the street, in building 87. Be careful, though. Although they re far from the worst gang around here, they re not a particularly friendly lot. And they don t care for strangers. I can take care of myself. (chuckles) I don t doubt that. Still -- be careful. Do people still go to church? (chuckles) Yes, some do. Some do. Religion is pretty resilient. Religion, sure, but there are so many new religions, and people tend to abandon the old ones, don t they? They ll be back. The Voltecs and the Manus of the world offer only a fleeting chance at material happiness. What they cannot offer is spiritual enlightenment. So you re not worried about the competition? We have over two thousand years of experience and tradition to build on. I don t see us just rolling over on our backs and giving up, no. Thank you, Father. Please, come by again if you re ever in the neighborhood. Thanks. Goodbye. Where did you say I could find Warren Hughes? Your best bet would be building 87, just down the street. Not only humans. The Vanguard are using the Tyren to force their changes into effect. They say the Tyren have turned to religion, that they have-- Yes, it s beginning to look quite bleak. What about the girl? Aren t you worried that the fate of the Balance and our worlds is in the hands of a...a child? A simple country girl? Spoken as a man of true faith. Speaking of higher powers -- I have to go prepare my sermon for tonight. You know, the usual. Sacrifice, devotion, faith. The cornerstones of any religion. Even the Vanguard seem to follow these tenets. They require devotion through faith just as much as we do. stirring up support for their ideas. And Arcadians, those easily misled sheep, they embrace these ideas because they prophesize change, and change is always attractive to humans. The Tyren! Those beasts are not much for loyalty, but promise them money and power... The Vanguard are probably ready to offer them half of the Northlands, perhaps even Marcuria itself, for their services. And they have certainly wanted to put their filthy claws on the city for as long as I can remember. I think she may have seen the light, finally. She does not know even half of what is going on, and if she did, I do not think she would be able to handle it -- better she does not know. Of course. I do my best to help her, as does the Mother, in her way. Still, April will be on her own soon enough, and then...who knows? After all, she is the one, no one seems to doubt that. The Balance knows, and the Balance provides, and if the Balance believes in this girl, we should as well. But of course, Father. You are not the only one who places his faith in higher powers. And what lessons will be taught today? Good night, Raul. Que Dios te bendiga. Si. I m no Catholic, but I still like coming here to meditate. To pray, if you want. It s beautiful in here, don t you think? So quiet, so...spiritual. It s life, serita, pure and simple. So, what did you dig up today? If you re not a Catholic, who do you pray to? To the Universe. To the Balance. To the rock in this floor and the air around us. To you, and to myself. What is that, Buddhism? Oh, nothing...except for everything you ever wanted to know about the Vanguard and Jacob McAllen. You got the information? You found Warren? He helped you? Eventually. It wasn t easy. But I know where to find McAllen, and I m working on how to get there. I should be all set by tomorrow. Good news, and just in time too. Things are not going well out there. What do you mean? The Balance is collapsing, and magic is seeping through into this world. Stark is still protected by its strong currents of logic and order, but Arcadia is on the brink of war and utter chaos. Unless we act quickly, Arcadia will fall into disorder, and Stark will follow. Can t we get help? Everyone with the power and will to help is doing so, but you are so much more important than anyone else. You can travel to Arcadia to bring order to chaos, at least until we find the Guardian and return him to his realm. What about the Vanguard? We investigate your lead tomorrow, yes? If we find what we are looking for -- if they have the Guardian, or know where he is -- then we are one step closer to victory. But we still need to find the entrance to his realm... ...and the situation in Arcadia is not getting any better, not without your help. I don t know anything. What can I do? By just being there, you are helping. You are strong in the Balance, April, and your power flows into those you meet and helps them against the tides of Chaos. Whatever you do, however you do it, you are helping. I still feel so...so helpless. I don t understand half of what you tell me, and as for the other half, I can t help being skeptical. Good. Do not trust everyone or everything, and make a stand against that which you do not believe. Just be sure to accept the truth, when you find it, and embrace the good in the world. Tomorrow, we will visit with McAllen, find what he knows, and use it. Then, the day after, you will go back to Arcadia. At most, we have a week. But it should be enough. As for today? Relax, be with your friends. I ll do my best. What are we going to do now? I don t think I ll ever be able to relax again. We pay a heavy price for our knowledge, yes. But try to enjoy yourself, because the hard work begins in the morning. I will see you then, yes? Wait, wait. Where are you going to be this time? We will meet here, yes? I m afraid I cannot go back to Venice, not now. There are -- people -- looking for me. The Vanguard? Yes. They know what I am, who I am. They will not rest until they have me. So we must work fast, to destroy them. Tomorrow, then? Tomorrow. Have a good night, okay? Be careful. Thank you, serita. And you. Father Raul, where is Cortez? I thought he d be here. I haven t seen Cortez for a week, and it worries me. He usually stops by once every few days. Is there anything you re not telling me, Father Raul? I don t know what you-- Yes, you do! You re no ordinary priest. You know about Stark and Arcadia, about the Balance, and I m sure you know a lot more about Cortez than you re willing to let on. How did you...? I heard you and Cortez talking last Sunday, and it scares me -- and pisses me off -- to think that you re using me, and that you re keeping things from me. Sorry, I can t trust anybody anymore. There s so much at stake, and I-- I don t know who to trust, Father. Please. Tell me what you know. I m sorry, April. I mean, I m sorry you don t feel like you can trust anyone anymore, and I m sorry that I don t know more than I do. When did you last see Cortez? It must ve been...I think it was last Sunday. Exactly one week today. He s been gone longer than that before, but this time... How are things here? You mean, in the cathedral? No. No, I mean here, in Newport. How have things been going? Nothing out of the ordinary. Why? Have you been away? You could say that, yeah. I have to run, Father. I hope to see you again soon, April. Please take care of yourself. And if you see Cortez, tell him to see me. Tell him that...that I ve been worried. What? This time I have a feeling there s something wrong. I don t like that feeling. I thought for sure that I could trust Cortez, but as it turns out...I can t. I was hoping to confront him with this, but he s not around, and you...you re part of it too, aren t you? April, you have to trust me when I tell you-- But I will try to answer your questions honestly and openly, as much as I can. Can I ask you some more questions? Always, April. It s just been hot, and humid, and it s getting worse by the day. And, apparently, crime is on the rise. But what else is new? Thanks, Father. Goodbye. Who is Cortez? How did you become a Sentinel Minstrum? I don t have any more questions right now. If you do, please ask. I want to help. And that s the truth. What do you mean? The way people react when I mention his name... The fact that he seems to have been alive for a very long time, and that he knows as much as he does... Who is he? (chuckles) It s funny, but I ve been asking that very same question myself many, many times. Who is this man? He s old, yes, and powerful. He has strong magic, but he rarely lets on exactly how strong he is. He prefers to be considered...eccentric. Crazy, even. They are both excellent disguises. You still haven t answered my question about Cortez. (sighs) That s because I cannot answer. I just don t know. He found me, when I first came here. You see, I m not just a Catholic priest. I m also a Sentinel Minstrum. You re a Minstrum? Yes. Do you find that strange? How can you belong to two religions at the same time? Belief in the Balance and belief in God are not mutually exclusive. The Sentinel order was founded on the basis of protecting the Balance, not to worship a higher power. As long as our devotion to whatever god we believe in doesn t conflict with our duty to the Balance, and vice versa, who s to say we can t work in the best interest of both? What did you mean when you said Cortez found you? I guess. I just always thought of the Sentinel as its own faith. It is a faith, but a faith in something less than God, yet more than magic or the laws of nature. The Balance was created by someone, was it not? I don t know. Nor do I. But I believe. I have faith. That s enough. One day, he came to visit me here. He knew who I was, that I was a Minstrum, and that I was devoted to restoring the Balance as well as to my God. We soon became good friends. The Sentinel are not numerous in Stark, not yet. Not with the Vanguard -- the Church of Voltec -- keeping a watchful eye and striking down anyone who dares to proclaim their faith in the Balance. But the Sentinel are here, and when they find someone who they believe will be sympathetic to their cause, they approach them. That s what happened to me. They asked you to join? No. They told me the truth. I was studying theology at the time, and I d found scriptures that...challenged convential wisdoms. Made me question the validity of my faith. But once I d learned the truth about the Balance, and the Guardian, and the ongoing war with the Vanguard, it became easier to believe in God again, because now, things made sense. And so, in the end, I chose to become not only a priest, but a Minstrum. And I don t regret my decision. Have you ever been to Arcadia? No. I m not a Shifter. I m stuck here, unfortunately. (chuckles) I don t mind. I ve been fortunate enough to read most of the Scriptures of the Balance, and that in itself is a rare privilege for a Starker like me. He was very worried about the imminent collapse of the Balance, yet told me that he was waiting for someone special, someone who might be able to help us. Me? Yes. He waited for a long time for you to show up, and when you did... It was hard for him, trying to convince you that he wasn t crazy. I guess his disguise was too good. I don t know much more than that. Cortez tells me very little, only that you re the key to the survival of the Balance. I can only assume that you re the new Guardian? That s what I ve been told. Not by Cortez, of course. No. I understand your frustration, but I cannot help you any more than I have. If there s anything, anything at all... Thanks, Father, but you ve done enough. It feels like I ve done nothing. But...God be with you. And the Balance too. Hello? Anybody there? Who s there? It s just me. April. It s good to see you again.
https://w.atwiki.jp/oper/pages/1376.html
第2幕 第1場 カペッリオの宮殿の屋内の広間 ジュリエッタひとり レチタティーヴォ ジュリエッタ 誰も戻ってこない!... 残酷でつらいことね 何も知らされずにいるのは! 武器の音は消えたわ... ただ時折 かすかに 不確かなざわめきが 遠くで起こっている まるで風のように 嵐が収まるときの 誰が倒れたの ああ! 誰が勝ったのかしら? 誰のために最初に私は泣くの?... ここから出ることはできないの!... 私の運命を知ることなく 私はここを歩き回るだけ! (ロレンツォが現れる) ロレンツォ!どうだったの? ロレンツォ ロメオ様はご無事です ジュリエッタ よかった ロレンツォ 近くの要塞におられます 彼の急襲用の そこでエッツェリーノ公の救助を 望めるでしょう ... けれどあなたは ああ! すぐにテバルドさまの 城に連れて行かれるでしょう もしも私を信用して頂かなければ もしもこの極めて危険な試みに 極めて強固な気持ちで チャレンジして頂かないことには ジュリエッタ 何をすればいいの?話して ロレンツォ あなたは勇気を持っていますか? ジュリエッタ それを聞く必要があるの? ロレンツォ 飲むのです この秘薬を これは とても強く 死んだかのように見える 眠りをもたらします あなたは亡くなったと思われて 墓が用意されるでしょう ご先祖の墓所の中に... ジュリエッタ おお!何を仰いますの?あそこのうちには 兄が横たわっています ロメオさまに刺し貫かれた... 私の罪を知って 起き上がって責められるかも ... ロレンツォ あなたが目覚める時には わたしたちがそこにおります あなたの最愛の人と私が... 恐れないでください デュオ ロレンツォ 震えておられますね?... 止めますか? ジュリエッタ おお 神さま! 私は死ぬことは恐れません お分かりでしょう いつもあなたにこの薬を求めておりました...そうです でもこれまでに試したことがないので それが私には恐ろしくて 私を怯えさせるのです ああ!恐れが私に湧き起こります ロレンツォ 信じてください どうか!私を信じてください ジュリエッタ ああ!もしもこの強烈な薬が... ロレンツォ ええ あなたを幸せにするでしょう ジュリエッタ ...効き目がうまく働かなかったら... 恐ろしい疑いが! もしも私がそこに横たわったまま 二度と目覚められないとしたら ... ロレンツォ お飲みなさい 時間がありません あなたの父上がやってこられます ジュリエッタ お父さまが!ああ下さい 私を救って 私は死んだ方が良いのです そう あなたのために ロメオ様 死ぬのです 死だけが私を引き離すことができるのだから 酷い父上から! 飲む ロレンツォ もう救われておりますよ しっかりなさいませ! ジュリエッタ 別の場所へお連れください カペッリオが他の人々と入ってくる カペッリオ 待て まだ起きていたのか? 休む時間は与えてやろう だがほんのちょっとの間だぞ 行け 花婿に従えるよう 明日の夜明けまでには支度をしておくのだぞ 分かっておろうな コーラス 可哀想に!苦しみがあふれている... 嘆き...ようやく耐えておられる もっと穏やかにお話し下さい お嬢様を死なせてしまいます あなた様の厳しさは... カペッリオは再びジュリエッタに出て行くよう合図をする ジュリエッタ (涙ながらに) どうか!お父さま ああお父さま! ああ!私は出ては行けません あなたの許しを頂かなくては 私はもう墓が間近なのです ああ!せめて私を抱いてください そのお怒りを鎮めて... 安らぎをこの死にゆく心に... 眠ってくれますように あなたのすべてのお怒りが 私がお墓に入った時には ああ!お父さま お許しをこの死にゆく心に カペッリオ 早く行け... ...お前の部屋に戻れ ロレンツォ (小声でジュリエッタに) ああ!参りましょう 素知らぬふりで コーラス 可哀想に!苦しみがあふれている... ジュリエッタ ああ お父さま! ロレンツォ さあ 行きましょう カペッリオ 行け! ジュリエッタ お許しください カペッリオ お前の部屋に下がれ ジュリエッタ まず お許しください コーラス お嬢さまは今にも死にそうです お分かりでしょう あなたの怒りを抑えてくださいませ お嬢さまは今にも死にそうです... ジュリエッタ どうか! どうか!私のお父さま!... ああ!私は出ては行けません... ...お許しをこの死にゆく心に ロレンツォ ああ!参りましょう どうか!あなたの信頼する者と さあ 行きましょう... カペッリオ 明日の夜明けまでには支度をしておくのだぞ... コーラス どうか!あなたの怒りを抑えてくださいませ... ロレンツォに支えられながらジュリエッタ退場 レチタティーヴォ カペッリオ 何と心乱れることか! 何たる動揺がこの胸のうちに! 黙れ 同情心よ :臆病だぞ テバルドを探しに 誰でも良い 急げ それからロレンツォの挙動をそなたらは見張れ わしには疑念が湧いておるのだ 奴を外に出すな 他の者と話をさせてもならん 全員退場 第2場 宮殿の庭園の中に。 ロメオが入って来る レチタティーヴォ ロメオ ここは誰もいない ロレンツォを探し出すこともできるだろう ひどいロレンツォ! ぼくをこんな不幸のうちに忘れ去って 共謀しているんだ ぼくの運命の暴君と ぼくを放り出しているんだ ひとりぼっちでこんな苦しみの中に 行こう ...誰か来る 残酷な邪魔者め! テバルド 誰だ 貴様 大胆にもしのび歩くとは この屋敷の中を? 聴こえないのか? ロメオ ぼくに近寄るな 恐ろしいことになるぞ ぼくが誰だか分かれば テバルド 貴様が誰か分かったぞ その不敵な口調で この激しい怒りから 貴様が私に掻き立てた ロメオ ならばぼくを見ろ 震えるがいい デュオ テバルド 愚か者め!一声私が叫べば 千人の手の者が貴様を襲うのだぞ 愚か者め!愚か者め! だか 貴様は生贄として この剣のために取って置いてやるのだ 愚か者め!一声私が叫べば... だか 貴様は生贄として... ロメオ 来い:貴様など物の数ではない 者の数ではないぞ ぼくは挑んでやる 貴様にも 貴様の手下どもにも 貴様など物の数ではない 者の数ではないぞ 貴様は願うことになるんだ ぼくたちの間に 高い山が 海が分け入ってくれたらなあって 来い さあ来るんだ 貴様など物の数ではない... テバルド 憎しみの神か 運命か 貴様の正気を奪ったのは... ロメオ 武器を取れ! 貴様を寄こしたのだ この場所に 死が挨拶しようとしてな テバルド 武器を取れ! ロメオ、テバルド 憎しみの神が 運命が 貴様を寄こしたのだ この場所に 死が挨拶しようとして 憎しみの神が... ...武器を取れ!武器だ! 武器を取れ! 戦おうとする テバルド 待て ロメオ 何と悲しげな音のこだまだ? コーラス (舞台裏で) ああ 不幸な娘! ロメオ 何の声だ!おお神よ! テバルド 恐ろしい予感が! 葬送の行列が現れて回廊に沿って進んで行く コーラス あなたの美しい魂に安らぎあれ これほど多くの苦しみのあとには 生きよ 人間の中ではなく 生きよ おおジュリエッタ 天国で ああ!不幸なお方よ! ロメオ ああ! テバルド おお 神よ! ロメオ なんてことだ!ジュリエッタ! テバルド 死んでしまった!... ロメオ ああ 残酷な! テバルド この目をヴェールが覆っているぞ ロメオ (涙を流して) おお ぼくのジュリエッタ! ぼくは君を失ってしまった! テバルドとロメオはしばしじっとしている ロメオが最初に身を震わせて剣を投げ捨て テバルドの前に絶望して駆け寄る デュオ ロメオ 彼女は死んだぞ おお不運な奴め 貴様のせいで悲しみのために死んだのだ ああ!これでついに報われたのだ 貴様の心の 執拗な残酷さが テバルド ああ!貴様などよりずっと絶望しておるわ 貴様などよりずっと深く傷ついている ああ 私のこの愛を罪だと この心が責め立てているのだ ロメオ 貴様のせいで悲しみのために死んだのだ テバルド 貴様などよりずっと絶望しておるわ... ああ 私のこの愛を... ロメオ 貴様もこれで満足だろう 殺せ ああ! 殺してくれ この絶望した男を... 貴様の一撃に この胸を差し出すぞ... 最高の救いなのだ 今この瞬間には ああ!死ぬことがぼくにとっては 最高の救いなのだ... テバルド 生きろ ああ!生きていろ 不運な奴め 貴様には少なくとも 悔いはないだろう ああ!貴様にこの命が絶たれずとも ああ!この悲しみが私を殺すだろう ああ!貴様にこの命が絶たれずとも... ああ 黙れ ロメオ 彼女は死んだ テバルド お慈悲を! ロメオ 彼女は死んだ テバルド ああ!私のこの愛を この心が責め立てているのだ ロメオ 貴様もこれで満足だろう テバルド ああ!やめてくれ ロメオ 殺せ ああ!殺してくれ... テバルド 生きろ ああ!生きていろ... 第3場 カプレーティの墓所 ロメオが彼の従者たちと共に入ってくる モンテッキ家の人々のコーラス 着きました ああ!天がなしたまいますように これがあなた様に致命的とならぬように ここに足を踏み入れたことが この不浄の場へと ああ!天がなしたまいますように... レチタティーヴォ ロメオ ここが墓か... (ロメオは墓石に近づく) ...まだ花が散らされている 涙でまだ濡れている なら...ぼくのも...受け取ってくれ... ずっと辛い 苦い涙を モンテッキ家の人々 若 落ち着いて下さい ロメオ でもすぐに この涙以上の 別の捧げものを受けるんだ モンテッキ家の人々 過ぎますぞ あなた様の悲しみは ロメオ おお この墓の 深い暗闇よ... しばし譲ってくれ 譲ってくれ 日の光に そしてぼくに見せてくれ わずかな間でも お前の獲物を (従者たちに) 墓を開けてくれ お前たち 彼女にまた会いたいんだ モンテッキたちは墓の蓋をこじ開け ジュリエッタがそこに横たわっているのが見える ロメオはすすり泣いて喉を詰まらせ彼女に駆け寄る ああ!ジュリエッタ!おおぼくのジュリエッタ! 君だね...君に会えた ぼくはまた君に会えたんだ... 君は死んではいない... 眠ってるだけなんだ 目覚めるのを待ってるよ 君のロメオは 起きてくれよ 愛しい人 ぼくのため息を聞いて 君を呼んでいるんだ このロメオは 起きてくれよ 愛しい人 モンテッキ家の人々 お気の毒に!正気を失われて さあ 立ち去りましょう 危険です これ以上ここに留まるのは レチタティーヴォ ロメオ しばらくの間 ぼくをここに残してくれ 密かにこの悲しみを この墓にだけ打ち明けたいんだ モンテッキ家の人々 あなただけを残すと これほどの悲しみのうちに! ああ!あなたはわれらの心を打ち砕きます ロメオ 行ってくれ お願いだ モンテッキ家の人々 ああ!あなたはわれらの心を打ち砕きます (去って行く) レチタティーヴォ ロメオ 君だけが おおぼくのジュリエッタ 一人だけ聞いてくれているね ああ!むなしい希望だ! 聴こえない 君の冷たいむくろには ぼくの声の響きは... この世にただ一人 見捨てられたんだね ぼくは! アリア ロメオ お願いだ!君 その美しい魂が 天に昇っていくのなら ぼくの方を振り向いて ぼくも一緒に連れて行ってくれ こうして ぼくを忘れるなんて こうして ぼくを残していくなんて 君にはできない 美しい魂よ ぼくの悲しみのうちに 君にはできない ぼくを忘れるなんて (レチタティーヴォ) おお お前 ぼくの唯一の希望よ 死の毒薬よ ぼくが肌身離さずに持っていた ぼくの唇に来るがいい (毒を飲む) 受けてくれ お前 ぼくの最後の吐息を わが敵の墓よ ジュリエッタ (墓から目覚めて) ああ! ロメオ 何のため息だ! ジュリエッタ (かすかな声で) ロメオ! ロメオ 彼女の声だ!... ジュリエッタ ロメオ! ロメオ ぼくを呼んでる! もうぼくをその胸に呼び寄せてくれるのか! (ジュリエッタは墓から起き上がる) 天よ!どういうことだ? ジュリエッタ ロメオ! ロメオ ジュリエッタ!おお神よ! ジュリエッタ あなたなの? ロメオ 生きていたのか?... ジュリエッタ ああ!もう二度とあなたから離れないために 私は目覚めたのです 恋しいお方... 私の死は偽りでしたの... ロメオ ああ!何を言うんだ? ジュリエッタ 知らないのですか?ロレンツォとお会いには? ロメオ 他のことは見ていない... 他のことは知らなかった... ああっ!... ここであなたが死んでいるということの他は それでぼくはここに来た...ああ!不幸な! ジュリエッタ でも それが何ですの? とうとうあなたと一緒になれるのですもの すべての悲しみを打ち消してくれるでしょう 私たちの抱擁は... さあ 行きましょう... ロメオ ぼくはここに永遠に残っていなければならないんだ ジュリエッタ 何をおっしゃいますの?... 話して...話してください... ああ!ロメオ! ロメオ みんなもう分かってるだろう (両手で頭を抱えて) デュオ ジュリエッタ ああ!ひどい!何をなさったのですか? ロメオ 君のそばで死にたかったんだ ジュリエッタ まあ! でも何か助かる道を探せば... ロメオ もういい 無駄なんだ... ジュリエッタ ああ!酷い運命! ロメオ 残酷な死をぼくは抱いている この胸のうちに... ジュリエッタ 私もあなたと一緒に せめて死を迎えられるように... その剣をくださいませ... ロメオ ああ!だめだ 決して ジュリエッタ 毒を... ロメオ 飲んでしまったんだ 生きて ああ!生きてくれ そして時々は来てくれないか ぼくの墓の上に涙を流しに ジュリエッタ 残酷な神さま! ああ!彼が死んでしまう前に 私の命を奪い去ってください ロメオ 生きて ああ!生きてくれ... ジュリエッタ!その胸にぼくを抱いてくれ もう君がほとんど分からないんだ ジュリエッタ (泣きながら) 私は生き返ってしまったのね あなたが死ぬときに! ロメオ もう十分だ...悲しむ君を見たら ぼくの苦しみは増すばかりなんだ もう君が見えないや... ああ!ぼくに話しかけて... ジュリエッタ ああ!私のロメオ!... ロメオ ...もう一言だけでも... ジュリエッタ ...私を置いて行かないで... ロメオ ...忘れないで ぼくたちの愛を... ジュリエッタ ...私の胸にもたれて... ロメオ ...忘れないで ぼくたちの愛を... ジュリエッタ ...私を置いて行かないで... ロメオ ジュリエッタ!ああ!お別れだ...ああ! ジュリエッタ 私を待って... ロメオ さよなら...ああ!ジュリエ... 死ぬ ジュリエッタ 死んでしまった...おお神さま! ロメオの体のそばに倒れる) モンテッキ家の人々 (入ってきて) ロメオさま!ロメオさま! カペッリオ、ロレンツォとカプレーティの人々も入ってくる ロレンツォはロメオとジュリエッタの亡骸に駆け寄る カペッリオ 追いかけろ ロレンツォ、モンテッキ家の人々 何と! ロレンツォ 二人とも死んでおられます! モンテッキとカプレーティの人々 おお残酷な運命! ロレンツォ モンテッキとカプレーティの人々 見よ カペッリオ 殺されたのだな!誰にだ? ロレンツォ、モンテッキ家の人々 あなたにですよ 残酷なお方 (台本:フェリーチェ·ロマーニ) ATTO SECONDO SCENA PRIMA Atrio interno nel palazzo di Capellio. Giulietta sola Recitativo GIULIETTA Né alcun ritorna!... Crudele, dolorosa incertezza! Il suon dell armi si dileguò... Sol tratto tratto un fioco, incerto mormorio lunge si desta, come vento al cessar della tempesta. Chi cadde, ohimè! chi vinse? chi primo io piangerò?... Né uscir poss io!... e ignara di mia sorte io qui m aggiro! Lorenzo appare Lorenzo! ebben? LORENZO Salvo è Romeo. GIULIETTA Respiro. LORENZO Nella vicina rocca da suoi sorpresa, da Ezzelin soccorso sperar ei puote... ma tu, lassa! in breve di Tebaldo al castel tratta sarai, se in me non fidi, se al periglio estremo con estrema fermezza or non provvedi. GIULIETTA Che far? Favella. LORENZO Hai tu coraggio? GIULIETTA E il chiedi? LORENZO Prendi tal filtro è questo e si possente, che sembiante a morte sonno produce. A te creduta estinta tomba fa data nei paterni avelli... GIULIETTA Oh! che di tu? fra quelli giace il fratel da Romeo trafitto... Esso del mio delitto sorgeria punitor... LORENZO Al tuo svegliarti saremo presenti il tuo diletto ed io... non paventar. Duo LORENZO Tremi?... t arretri? GIULIETTA Oh Dio! Morte io non temo il sai, sempre la chiesi a te... si. Pur non provato mai sorge un terrore in me che mi sgomenta, ah! sorge in me. LORENZO Fida, deh! fida in me. GIULIETTA Ah! se del licor possente... LORENZO Si, sarai contenta. GIULIETTA ...se fallisse la virtù... dubbio crudele! Se in quell orror giacente non mi destassi più... LORENZO Prendi, gl istanti volano, il padre tuo s avanza. GIULIETTA Il padre! Ah porgi, salvami. Morir dovessi ancora, si, per te Romeo si mora, sol morte mi può togliere al crudo genitor! Beve LORENZO Salva già sei, costanza! GIULIETTA Guidami altrove. Capellio entra con altri CAPELLIO Arresta. Ancor sei desta? Concedo al tuo riposo brevi momenti ancor. Esci a seguir lo sposo ti appresta al nuovo albor. Udisti. CORO Lassa! d affanno è piena... geme... si regge appena. Più mite a lei favella; l uccide il tuo rigor... Capellio rinnova a Giulietta il cenno d uscire GIULIETTA con voce piangente Deh! padre mio, deh padre mio! Ah! non poss io partire priva del tuo perdono presso alla tomba io sono, ah! dammi un amplesso almeno. Pace una volta all ire... pace ad un cor che muore... Dorma ogni tuo furore del mio sepolcro in sen, ah! padre mio, perdona un cor che muor. CAPELLIO Lasciami... ...alle tue stanze riedi. LORENZO piano a Giulietta Ah! vieni e simula. CORO Lassa! d affanni è piena, ecc. GIULIETTA Ah padre! LORENZO Oh vieni. CAPELLIO Va! GIULIETTA Perdona CAPELLIO Alle tue stanze riedi. GIULIETTA Pria mi perdona. CORO Ell è morente, il vedi; poni al tuo sdegno un fren, ell è morente, ecc. GIULIETTA Deh! deh! padre mio!... Ah! non poss io partire, ecc. ...perdona un cor che muor. LORENZO Ah! vieni, deh! col tuo fedel, ah! vieni, ecc. CAPELLIO Ti appresta al nuovo albor, ecc. CORO Deh! poni al tuo sdegno un fren... Giulietta parte sostenuta da Lorenzo Recitativo CAPELLIO Qual turbamento io provo! Quale scompiglio in cor! Taci, o pietade viltà saresti. Di Tebaldo in traccia corra qualcun, e di Lorenzo i passi spiate voi sospetto omai m è desso. Né uscir, né altrui parlar gli sia concesso. Partono SCENA SECONDA Nei giardini del palazzo. Entra Romeo Recitativo ROMEO Deserto è il luogo. Di Lorenzo in traccia irne poss io. Crudel Lorenzo! Anch esso m oblia nella sventura, e congiurato coi mio destin tiranno, m abbandona a me solo in tanto affann. Vadasi... Alcun s appressa Crudele inciampo! TEBALDO Chi sei tu, che ardisci aggirarti furtivo in queste mura? Non odi tu? ROMEO Non t appressare. Funesto il conoscermi fora. TEBALDO Io ti conosco all audace parlar, all ira estrema che in me tu desti. ROMEO Ebben, mi guarda, e trema. Duo TEBALDO Stolto! a un sol mio grido mille a punirti avrei. Stolto! Stolto! Ma vittima tu sei serbata a questo acciar. Stolto, a un sol mio grido, ecc. ma vittima tu sei, ecc. ROMEO Vieni io ti sprezzo, ti sprezzo e sfido teco i seguaci tuoi, ti sprezzo, ti sprezzo tu bramerai fra noi l alpi frapposte e il mar. Vieni, ah vieni io ti sprezzo, ecc. TEBALDO Un Nume avverso, un Fato, che la ragion ti toglie... ROMEO All armi! T ha spinto in queste soglie la morte ad incontrar. TEBALDO All armi! ROMEO, TEBALDO Un Nume avverso, un Fato t ha spinto in queste soglie la morte ad incontrar. Un Nume avverso, ecc. ...All armi! all armi! all armi! per battersi TEBALDO Arresta. ROMEO Qual mesto suon echeggia? CORO dentro delle scene Ahi sventurata! ROMEO Qua voci! Oh Dio! TEBALDO Presentimento orribile! Comparisce un corteggio funebre che diffila lungo la galleria CORO Pace alla tua bell anima dopo cotanti affanni! vivi, se non fra gli uomini, vivi, o Giulietta, in ciel, ah! sventurata! ROMEO Ah! TEBALDO Oh Dio! ROMEO Che sento! Giulietta! TEBALDO Spenta!... ROMEO Ah barbaro! TEBALDO Mi scende agli occhi un vel. ROMEO in dirotto pianto Oh mia Giulietta! io t ho perduta! Tebaldo e Romeo rimangono immobili alcuni momenti. Romeo per primo si scuote e gettando la spada si precipita disperato innanzi a Tebaldo Duo ROMEO Ella è morta, o sciagurato; per te morta di dolore. Ah! paga alfine è del tuo core l ostinata crudeltà TEBALDO Ah! di te più disperato, più di te son io trafitto... ah l amor mio come un delitto rinfacciando il cor mi va. ROMEO Per te morta di dolore. TEBALDO Son di te più disperato... ah l amor mio, ecc. ROMEO Sei pago alfin. Svena, ah! svena un disperato... a tuoi colpi il sen presento... sommo bene in tal momento ah! il morir per me sarà, sommo bene, ecc. TEBALDO Vivi, ah! vivi, o sventurato, tu che almen non hai rimorso, ah! se i miei di non tronchi, ah! il dolor m ucciderà, ah! se i miei di non tronchi, ecc. Ah taci. ROMEO È morta. TEBALDO Pietà! ROMEO È morta. TEBALDO Ah! l amor mio rinfacciando il cor mi va. ROMEO Sei pago alfin. TEBALDO Ah! cessa. ROMEO Svena, ah! svena, ecc. TEBALDO Vivi, ah! vivi, ecc. SCENA TERZA Le tombe dei Capuleti. Romeo entra con i suoi seguaci CORO DI MONTECCHI Siam giunti. Ah! il ciel consenta che non ti sia funesto l esser disceso in questo albergo di squallor, ah! il ciel consenta, ecc. Recitativo ROMEO Ecco la tomba... Romeo s avvia al sasso ...ancor di fiori sparsa molli di pianto ancor Il... mio... ricevi... più doloroso, amaro MONTECCHI Signor, ti calma. ROMEO Altro fra poco maggior del pianto, altro olocausto avrai. MONTECCHI Omai eccede il tuo dolor. ROMEO O del sepolcro profonda oscurità... cedi un istante, cedi al lume del giorno, e mi rivela per poco la tua preda. ai seguaci L urna m aprite voi; ch io la riveda. Il Montecchi sforzano il coperchio dell urna e vedesi Giulietta distesa. Romeo corre a lei, soffocato dal singhiozzo Ah! Giulietta! o mia Giulietta! Sei tu... ti veggo, ti ritrovo ancora... morta non sei... dormi soltanto, e aspetti che ti desti il tuo Romeo. Sorgi, mio ben, al suon de miei sospiri ti chiama il tuo Romeo, sorgi, mio bene. MONTECCHI Lasso! delira. Vieni, partiamo periglio è l indugiar di più. Recitativo ROMEO Per pochi istanti me qui lasciate arcani ha il duol che deve solo alla tomba confidar. MONTECCHI Lasciarti solo, e in tanto cordoglio! Ah! tu ci spezzi il cor. ROMEO Uscite, il voglio. MONTECCHI Ah! tu ci spezzi il cor. Si ritirano Recitativo ROMEO Tu sola, o mia Giulietta, m odi tu sola. Ah! vana speme! È sorda la fredda salma di mia voce al suono... Deserto in terra, abbandonato io sono! Aria ROMEO Deh! tu, bell anima, che al ciel ascendi, a me rivolgiti, con te mi prendi così scordarmi, così lasciarmi, non puoi, bell anima, nel mio dolor, non puoi scordarmi, ecc. Recitativo O tu, mia sola speme, tosco fatal, non mai da me diviso, vieni al mio labbro Si avvelena Raccogliete voi l ultimo mio sospiro, tombe de miei nemici. GIULIETTA destandosi dalla tomba Ah! ROMEO Qual sospiro! GIULIETTA con fioca voce Romeo! ROMEO La voce sua!... GIULIETTA Romeo! ROMEO Mi chiama! Già m invita al suo sen! Giulietta sorge dalla tomba Ciel! che vegg io? GIULIETTA Romeo! ROMEO Giulietta! Oh Dio! GIULIETTA Sei tu? ROMEO Tu vivi?... GIULIETTA Ah! per non più lasciarti io mi desto, mio ben... la morte mia fu simulata... ROMEO Ah! che di tu? GIULIETTA L ignori? non vedesti Lorenzo? ROMEO Altro io non vidi... altro io non seppi... ohimè!... ch eri qui morta. E qui venni... ah! infelice! GIULIETTA Ebben, che importa? Son teco alfin ogni dolor cancella un nostro amplesso... Andiam... ROMEO Restarmi io deggio eternamente qui. GIULIETTA Che dici mai?... Parla... parla... Ah! Romeo! ROMEO Tutto gi sai. Si asconde il capo fra le mani Duo GIULIETTA Ah! crudel! che mai facesti? ROMEO Morte io volli a te vicino. GIULIETTA Deh! che scampo alcun t appresti... ROMEO Ferma, è vano... GIULIETTA Oh! rio destino! ROMEO Cruda morte io chiudo in seno... GIULIETTA Ch io con te l incontri almeno... dammi un ferro... ROMEO Ah! no, giammai. GIULIETTA Un veleno... ROMEO Il consumai. Vivi, ah! vivi, e vien talora sul mio sasso a lagrimar. GIULIETTA Ciel crudel! ah! pria ch ei mora i miei dì troncar dei tu. ROMEO Vivi, ah! vivi, ecc. Giulietta! al seno stringimi Io ti discerno appena. GIULIETTA piangendo Ed io ritorno a vivere quando tu dei morir! ROMEO Basti... il vederti in pena accresce il mio martir. Più non ti veggo... ah! parlami... GIULIETTA Ah! mio Romeo!... ROMEO ...un solo accento ancor... GIULIETTA ...non mi lasciare ancor... ROMEO ...rammenta il nostro amor... GIULIETTA ...posati sul mio cor... ROMEO ...rammenta il nostro amor... GIULIETTA ...non mi lasciare ancor... ROMEO Giulietta! ah! io manco... ah! GIULIETTA Attendimi... ROMEO Addio... ah! Giulie... Muore GIULIETTA Ei muore... oh, Dio! Cade sul corpo di Romeo) MONTECCHI entrando Romeo! Romeo! Capellio, Lorenzo e i Capuleti sortono. Lorenzo s avvia ai corpi di Giulietta e Romeo CAPELLIO S inseguano. LORENZO, MONTECCHI Cielo! LORENZO Morti ambedue! MONTECCHI, CAPULETI Barbaro fato! LORENZO, MONTECCHI, CAPULETI Mira. CAPELLIO Uccisi! da chi? LORENZO, MONTECCHI Da te, spietato. (libretto Felice Romani) Bellini,Vincenzo/I Capuleti e i Montecchi
https://w.atwiki.jp/theregulation/pages/82.html
編集 フレディ ※イメージ画像です スペル Zygmunt Wlazły 国籍 ポーランド共和国 年齢 28歳 誕生日 8月16日 身長 186cm 体重 84kg 血液型 B(RH+) 髪の色 ブラウン 目の色 ブルー 愛称 ヴォイテク(Wojtek) 好きなもの 料理 野球 アルティメット/苦手なもの ヘビ 階級 軍曹 兵種・役割 グレネディア 特技・技能 投擲 ジャングル戦 擲弾射撃 主な使用銃器 (AR)Kbs-wz.2004ベリル (HG)WIST-94 (GL)MGL140 XM25 M320 (AGL)GMW 略歴 出生してすぐに親に捨てられるが、ある大地主に拾われ、7歳からは家事使用人を勤める。 18歳でポーランド陸軍へ志願。 第16機械化歩兵師団に配属される。 25歳で独立対テロ支隊SPAPに訓練課程をクリアし入隊。 26歳の時には部隊長も務め、数々の危険地帯で任務に就く。 2018年、能力的に相応しいとして、国防長官らによるTRへの推薦が決まった。 人物 軽薄そうな外見とは裏腹にとても思慮深い性格で、どんな物事も冷静に判断し処理する。 02の中では口数が少ない方で必要な時以外はあまり喋らないが、冷めているという訳では無い。 親切な心の持ち主ではあるが、戦いでは一切の迷いもなく引き金を引く男である。 普段からよくプラント内の清掃や炊事員に混ざって02の食事を作っている為、スタッフの間で評判が良い。 スポーツ好きで、甲板に出て競技に興じている事も多い。 愛称であるヴォイテクは「戦士」「武人」といった意味とポーランド軍に従軍した有名な兵隊クマに因んで付けられた。 戦闘面 手榴弾や擲弾発射筒の扱いに長けている。 それ以外の分野における能力値は平均かそれを少し上回る程度。 戦闘では後方から支援攻撃する事が多いが、基本的には何でもやれる。 強襲も得意で、連携力の高いエルヴィンとアルセニーとの3人組では驚異的な制圧速度を誇る。 視界不良な森林戦ではグレネディアとしての能力を十二分に発揮する。 使用するアサルトライフルにはアンダーバレル式の擲弾筒を取り付けている。 近接格闘では銃器を鈍器代わりにして戦うことが多い。
https://w.atwiki.jp/oper/pages/168.html
前奏曲 第1幕 (聖杯の領地。うす暗く厳粛な雰囲気ではあるが、陰気ではない森の中。舞台中央には木の生えていない空き地が広がっている。舞台左手に向けては上り坂になっているが、この道は聖杯城につながるように思われる。舞台後方の中央部に向けては、森の窪みの湖につながる下り斜面となっている。夜明けである。グルネマンツ(高齢だが頑健な老人)と2人の小姓(こちらは華奢な青年達)は、木の下に横たわって眠っている。舞台左手から、まるで聖杯城からのように、荘重な朝の目ざましラッパが響いてくる) GURNEMANZ (起き上がって少年達を揺り動かしながら) おい!こら!そち達は森番のくせに・・・ 眠りの番までしておるのか・・・ いい加減に朝ぐらい起きたらどうじゃ。 (小姓達は二人ともはね起きる) あの音が聞こえるか?神に感謝するのじゃ。 選ばれしそち達にはこの音が聞こえるのじゃから。 (彼は小姓達と共にひざまずき、彼らと一緒になって無言のまま朝の祈りを捧げる。ラッパが鳴りやむと、彼らはゆっくりと身を起こす) さあさあ、若造ども!水浴び場を見に行くのじゃ。 そこで王をお出迎えする時間じゃぞ。 (舞台左手を眺めつつ) あの方を運ぶ担架は来ないのに、 もう使いの者達が、我らのもとにやって来るぞ。 (2人の騎士達が、城の方から登場する) 御機嫌よう!アンフォルタス王のお加減はいかがかな? ひどく早い時間に、水浴をご所望のようじゃが・・・ ガーヴァンが、知謀と胆力をめぐらし、 手に入れて来た薬草が、 王の苦痛を和らげたのでもあろうか? 【第2の騎士】 何事もお見通しのあなた様が、そんな思い違いを? ますます激しく傷つけるような苦痛が、 すぐにぶり返してきたのです・・・ 王は激しい痛みで一睡もできなかったので、 急いで我らに水浴をお命じになったのです。 GURNEMANZ (悲しげにうつむいて) 痛みが和らぐことを期待するとは、何と愚かな我らじゃ・・・ 痛みを和らげるためには、ただ一つの処方しかないのに! いかなる薬草や飲物を求め、 世界中を飛び回ったとしても、 あの方のお役に立つものはただ一つ・・・ いや・・・ただ一人! 【第2の騎士】 では、その方のお名前を! GURNEMANZ (はぐらかして) 水浴の支度をするのじゃ! (舞台後方を向いていた二人の小姓は、右のほうに目をやる) 【第2の小姓】 あそこに、野生の馬に乗った女が! 【第1の小姓】 おお! 悪魔の痩せ馬のたてがみが翻っている! 【第2の騎士】 ああ!あれはクンドリーか? 【第1の騎士】 大事な知らせを持って来たのか? 【第2の小姓】 痩せ馬は、よろよろだぞ。 【第1の騎士】 空を飛んできたのか? 【第2の小姓】 だが今は地べたをはっている。 【第1の騎士】 たてがみが地面の苔まで掃うようだ。 (全ての者が活気づいて、右側に目をやっている) 【第2の騎士】 飛び下りたぞ!獣のような女が! (クンドリーが、よろめき倒れそうになりながらも勢いよく飛び込んで来る。彼女の身なりは、いかにも野生のままであり、裾を高くからげ、蛇を剥いで作った皮帯が腰から長く垂れ下っている。黒い髪は、無造作に結えられたお下げとなって、ぶらんと垂れ、顔色はひどく赤茶けている。人を射抜くような黒い眼は、時には野獣のような光を放つが、普段は死人のように凍りついたまま動かない。・・・彼女はまっしぐらにグルネマンツに駆け寄り、水晶製の小さな容器を彼に押しつける) KUNDRY ここかい?受け取りな・・・!癒しの薬を・・・ GURNEMANZ お前、どこからこれを? KUNDRY 遠いとこさ、あんたの考えなど及ばない程・・・ この薬が効かないんなら、 もうアラビアには あの男を治せる薬は無いよ・・・ もう訊かないで・・・!疲れたの。 (彼女は地面に身を投げ出す。すると、小姓達と騎士達の行列が、アンフォルタスが仰向けに横たわっている輿を担ぎながら、左側から舞台に登場する。グルネマンツはクンドリーから目を離し、登場した者達のほうを向いて) GURNEMANZ あの方がお出でになる・・・皆に担がれながら・・・ ああ悲しい!この悲しい気持ちを何としたものか! 誇り高き男盛りにもかかわらず、 無敵の一門のご主人が 大病に組み伏せられているのを見るなどとは! (小姓たちに向かって) 慎重にな!ほら、王が呻いておられるぞ・・・ (小姓たちは立ち止まり、寝床を下に置く) AMFORTAS (少し身をもたげて) それで良い!礼を言うぞ!少し休ませてくれ。 激しい苦痛の夜の後に、 明け方の森は、なんと綺麗なのだ! きっと、この聖なる湖では、 打ち寄せるさざ波も私を癒すのだろう。 我が嘆きは、今や堰き止められて、 苦痛の夜が明けていく。 ガーヴァンよ! 【第2の騎士】 殿!ガーヴァンはもはや居りませぬぞ。 手に入れた薬草の効力が、 散々苦労したにもかかわらず、 あなた様のご期待を裏切ったことを知り、 新たな探求の旅へと駆けて行ったのです。 AMFORTAS 許しも得ないでか! 聖杯の掟を粗略に扱った報いを どこかで帳消しにしてほしいものだ! ああ恐ろしい・・・この反抗的な勇士ガーヴァンですら、 クリングゾルの罠に落ちぬとも限らない! さあ、私の心の平安を破らないでくれ! 私に贈られるはずのものを待とう・・・ 『共に苦しみ、悟りを得る・・・』 こうだったかな・・・? GURNEMANZ あなた様がそう言われたのですぞ。 AMFORTAS 『清らかな愚か者・・・』 私はこの者を見い出したような気がする・・・ その者を「死」と名付けて良いのなら・・・! GURNEMANZ (アンフォルタスにクンドリーの薬瓶を手渡しながら) その前に・・・この薬をお試しなさいませ! AMFORTAS このような不思議な器をどこから? GURNEMANZ アラビアから取り寄せて参りました。 AMFORTAS どの者が手に入れたのだ? GURNEMANZ そこに横たわる、野の女です。 起きよ、クンドリー!来い! (クンドリーは拒み、地べたに貼りついたままである) AMFORTAS クンドリー、お前か・・・? またも礼を言わねばならぬのか? 休むことを知らない内気な侍女のお前に。 それでは、 この癒し薬を試してみようか・・・ お前の忠誠に礼を言おう。 KUNDRY (落ち着かずに、激しく、地べたで体を動かしながら) 礼なんぞ!ハハハ!何の役に立つのよ! 礼なんぞ!行った、行った!・・・水浴び場へ! (アンフォルタスが出発の合図をすると、行列は、舞台のはるか奥に向かって遠ざかっていく。その姿を陰鬱な眼差しで見送るグルネマンツと、相変わらず地べたに寝そべっているクンドリーとが取り残される。・・・小姓たちは、その場を行ったり来たりする) 【第3の小姓】 おい!お前! 何だって、野獣のようにそこに寝ているんだ? KUNDRY ここでは獣だって神聖な生き物じゃないの? 【第3の小姓】 そうさ・・・!だが、お前が神聖かどうかは、 我々にはまだ分からないぞ。 【第4の小姓】 案ずるに、魔法の飲み物で 殿をすっかりダメにしてしまうつもりだろう。 GURNEMANZ 何を言う!?この女がお前達に害を加えたことが あったか?誰もが途方に暮れて、 遠方の地で戦っている兄弟達に どうやって便りを届ければ良いかわからず、 送り先さえ分からない時、 お前達が思案するよりも早く、 がむしゃらに飛んで行き、運にも見放されず 忠実に使者の務めを果たしたのは誰だった? お前たちはこの女に食事一つ与えない・・・女も近寄らない。 お前たちとの係わり合いはないのだ。 だがな、危機が迫り、助けが必要になると、 それこそ空中を飛ぶように熱心に駆けつけて、 お前達に礼一つ求めようとしない。 それがこの女のもたらす害だというのなら、 害どころか幸運じゃろう。 【第3の小姓】 ですが、この女、我々を憎んでおりますぞ。 御覧あれ、何と悪意を込めた目で我々を見ていることか! 【第4の小姓】 異教を奉ずる魔法使いの女です。 GURNEMANZ そう・・・呪われた女かも知れぬ。 この女は今日ここにいるが、 あるいは、過去から転生してきて、 前世で赦しを得られなかった 数々の罪を償おうとしているのかも知れぬ。 この女が、わしら騎士団に幸をもたらし、 贖罪を果たすとともに、 善行と正義を為すならば、女は、 わしらに奉仕し、自分自身をも救っているのだ。 【第3の小姓】 ですが、我々に多くの苦難をもたらしたのも、 また、この女の罪ではないのですか? GURNEMANZ (物思いに沈みながら) そう、この女が長いこと我々のもとを留守にすると、 必ず不幸なことが降りかかってきたものだ。 古い昔から、わしはこの女を知っているが、 ティトゥレル王は、わしよりもっと古い頃からじゃ。 あの城を建てられた時、王は、 この森の灌木の茂みの中で死んだように凍りついて、 血の気もなく眠るこの女を見付けられた。 同じ様子を最近わし自身も見かけたが、 それは、あの災厄が起きたばかりのことじゃった。 そう、あの山の向こうに住む悪人が、 恥知らずにも、わしらにもたらした災厄・・・。 (クンドリーに向かって) おい!おぬし!よく聞いて答えるのじゃ! わしらの主君が、槍を失くした時、おぬしは 一体どこをさまよい歩いていたのだ? (クンドリーは陰気に押し黙っている) なぜ、あの日、わしらを助けなかった? KUNDRY あたし・・・助けたりなんかしないよ。 【第4の小姓】 こいつ自分で言ってますぞ。 【第3の小姓】 この女が忠実で、勇敢に戦うというのなら、 失くした槍を彼女に探させては、いかがですか! GURNEMANZ (陰鬱に) それは、また別のこと・・・ 皆に許されていることではないのじゃ・・・ (大いなる感動とともに) ああ、傷の奇跡に満ちた 聖なる槍! お前が、とてつもなく邪悪な者によって 振るわれるのを、わしは見た! (回想にふけりながら) 最も勇猛な男アンフォルタスが あの槍で武装したからには、あの妖術使いを成敗することを いったい誰が止めることができただろうか? ところが、城の間近に迫った時、勇者の心が奪われた。 ぞっとするほどの美女に魅惑され、 酔いつぶれたように、その女の腕に沈んだあの方は、 あの槍を・・・取り落してしまった。 死の絶叫!わしは一目散に駆け付けたが、 クリングゾルは笑い声を立てて逃げてしまい、 あの聖なる槍を奪い取ってしまった。 わしは戦って、王の退却を護衛した・・・ だが、あの方の脇腹で燃え盛るように痛む傷は、 決して閉じようとはしないのだ。 (第1と第2の小姓が湖から帰ってくる) 【第3の小姓】 (グルネマンツに) あなた様は、クリングゾルもご存じなのですか? GURNEMANZ (戻って来た2人の小姓に向かって) 王のご様子は? 【第1の小姓】 水浴により元気を取り戻されました。 【第2の小姓】 あの癒しの薬が痛みを和らげたようです。 GURNEMANZ (独りごちて) 決して閉じることのない、あの傷・・・! (第3と第4の小姓はすでにグルネマンツの足もとに腰を下ろしていたが、今や別の二人も彼らの間に加わり、同様に大樹の木陰に腰を下ろす) 【第3の小姓】 ですが、親父どの、詳しくお教えくださいませ。 クリングゾルをご存知とは・・・どういうことですか? GURNEMANZ ティトゥレル、あの敬虔な勇者こそ あの者をよくご存知であった。 何となれば、野蛮な敵どもの策謀と力とが 汚れなき信仰の王国を脅かした時、 あの聖なる厳粛さに満ちた夜に、 救世主の御使い達が、あの方の上に降臨したのだ。 最後の愛の晩餐の際、主がお使いになられ、 そしてまた十字架に付けられた神の血が そこに流れ込んだ神聖にして高貴な盃・・・ それに加えて、その血を流した長槍・・・ こうした数々の証拠の品、最上の奇蹟の品を 御使い達は、わしらの王の保護に委ねたのじゃ。 王はこれらの神器のために聖所をお造りになった。 お前たちのように聖杯ににお仕えする者達は、 罪びとには見つけられない道を通ってやってくる。 知っておるじゃろう・・・騎士団の一員となる恩寵は、 清らかな者にしか与えられない。 騎士団達の役目は、聖杯の奇蹟の力を、 至高の救済を果たすまでに強めることなのだから・・・。 ゆえに、今お前たちが尋ねているクリングゾルは、 どんなに苦労を重ねても、その道を見い出せなかったのだ。 遠方の谷の中に、あの者は隠遁してしまった。 その谷向こうに広がるのは、花咲き乱れる異教の地。 あの男がどんな罪を犯したのか、わしには分からない。 しかし、罪を償い・・・それどころか聖者になろうとしたのは確かじゃ。だが、自らのうちの罪を押し殺すことができないので、汚れきった手で、自分自身に手を下し、 聖杯を仰ぐ一方で、 軽蔑もあらわに、その守護者を拒絶したのだ。 さて、怒りのあまり、クリングゾルは思いついた。 まるで、恥ずべき犠牲の行為が、 黒魔術へのヒントを与えたかのように、 この男は、その方策を思いついたのだ。 つまり、荒野を歓楽の庭園に変え、 悪魔のように可愛らしい女達を育て、 そこで聖杯の騎士達を待ち受け、 邪悪な快楽と地獄の恐怖に落ちるよう仕向けたのだ。 誘惑された騎士達は、皆この男の手中に落ち、 われらの仲間は大勢、堕落させられてしまった・・・ ティトゥレル王は、ご高齢の苦労が重なり、 ご子息に王位を譲られたため、 今やアンフォルタス王は、ためらわずに 魔術の災厄を阻止すべく乗り出された。 だが、何が起こったかは、知っての通りじゃ。 槍は、今クリングゾルの手中にあり、 その槍で聖者達を傷つけることができるので、もはや我らから 聖杯を奪ったも同然と、あやつは自惚れておるじゃろう! (クンドリーは、グルネマンツが話している間、怒り狂うように落ち着きなく、何度も激しく振り返る) 【第4の小姓】 何はさておいても、我らは槍を奪い返さねば! 【第3の小姓】 ああ!槍を持ち帰る者は、どんな名声と幸福を得られることでしょう? GURNEMANZ (しばしの沈黙の後に) 片割れが失くなった聖所の前で、 熱烈に祈りながら、アンフォルタスは 救いのしるしの到来を切に請い願った・・・ すると、かすかな輝きが聖杯からこぼれ出し、 聖なる夢の姿となって 今やはっきりと語りかけ、 明らかな文字のしるしとして読み取られたのだ。 『共に苦しみ、悟りを得る 清らかな愚か者、 待つがいい・・・ その者を私は選んだ!』 【4人の小姓たち】 『共に苦しみ、悟りを得る 清らかな愚か者・・・』 (湖から、騎士達と小姓達の叫んだり呼んだりする声が聞こえる。グルネマンツと4人の小姓達は飛び上がり、驚いて振り向く) 【騎士たち・小姓たち】 ああ!あわれ!・・・なんてことだ! いざ!下手人はどこだ? GURNEMANZ 何なのだ? (野生の白鳥が、湖の方角から力なくバタバタと飛んでくる。小姓達と騎士達は白鳥を追いかけて、舞台上に出て来る) 【第4の小姓】 あそこだ! 【第3の小姓】 ここだ! 【第2の小姓】 白鳥だ! 【第4の小姓】 野生の白鳥だ! 【全ての騎士と小姓】 傷ついている。 ああ、あわれ!あわれ! GURNEMANZ 白鳥を射たのは何者だ? (白鳥は、疲れ切って飛べなくなり、力なく地面に落ちる。第2の騎士が胸から矢を引き抜く) 【第1の騎士】 王は、吉兆だと手を振っておられたのです、 この白鳥が湖上の空に輪を描いたとき。 ところが、そこに、矢が飛んできて・・・ 【騎士たち・小姓たち】 (パルジファルを中に連れて来て) こいつです!矢を射たのは! (パルジファルの弓を指差しながら) ここに、その弓が! 【第2の騎士】 (矢を指差しながら) この矢は・・・白鳥のものと同じです。 GURNEMANZ お前か、この白鳥を射て殺したのは? PARSIFAL そうさ!飛ぶものなら、飛んでいても当てるぞ! GURNEMANZ お前がしたのだな?この行いに胸が痛まぬのか? 【騎士たち・小姓たち】 下手人を罰するのです! GURNEMANZ 聞いたこともない所業だ・・・! よくも殺せたものだな?・・・この神聖な森で、 静かな安らぎがお前を包んでいたのに。 神の森の獣達は人懐っこくお前に近づいて来なかったか? お前に善良で親しげな挨拶を送らなかったか? 枝の合い間から小鳥達が歌わなかったか? この忠実な白鳥が何をしたと言うのだ? 連れ合いの雌を追って飛び上がり、 雌と一緒に、湖上に輪を描き、湖を清めて、 水浴にふさわしい素晴らしい光景にしたのだ。 お前は驚嘆の念を抱かなかったか?子供っぽい 弓矢ごっこに誘われただけだったというのか? わしらの愛らしい白鳥・・・お前はどう感じたのだ? 見るがいい・・・ここをお前は射抜いたのだ。 まだ血がべったりとこびりつき、両の翼はだらんと垂れている。雪のような羽毛が、どす黒く、しみになっているぞ? 眼の色は濁り・・・お前まともに見られるか? (パルジファルはグルネマンツの言葉に耳を傾けるうちに、 次第に心を揺り動かされてきていたが、今や弓を叩き割り、 矢を遠くに放り投げる) 罪深い所業にやっと気がついたのか? (パルジファルは、目の上に手をかざす) なあ、若造よ、お前の罪の重さに気づいたか? どうしてこんなことができたのだ? PARSIFAL おいら、わからなかったんだ。 GURNEMANZ お前、どこから来たんじゃ? PARSIFAL おいら、わからない。 GURNEMANZ お父さんは誰じゃ? PARSIFAL おいら、わからない。 GURNEMANZ 誰が、この道へと導いたのだ? PARSIFAL おいらにゃ、わからないよ。 GURNEMANZ じゃあ、お前の名前は? PARSIFAL いっぱいあったけど、 おいら、もう一つもわからないよ。 GURNEMANZ 何ひとつ、わからないと言うのか? (独りごちて) こんな愚かな奴は クンドリーぐらいしか見たことがない! (次々と大勢集まってくる小姓達に向かって) さあ、行くのじゃ!水浴中の王を おろそかにしてはいかん!お世話をせよ! (小姓達は、死んだ白鳥を、若枝で作った担架にうやうやしく持ち上げると、それを持って湖の方へ遠ざかって行く。最後には、グルネマンツとパルジファル、舞台脇にはクンドリーだけが取り残される) GURNEMANZ (再びパルジファルの方を向いて) さあ、わしが尋ねたことはまるで分からなくとも、 知っていることを教えておくれ。 何か知っていることはあるじゃろうから。 PARSIFAL おいらには母さんがいる。名はヘルツェライデ。 森と荒れ野が、おいら達の住処だったのさ。 GURNEMANZ 弓は誰がくれた? PARSIFAL おいらが自分で作った。 林から荒鷲を追っぱらうためにね。 GURNEMANZ だがお前こそ、鷲の如く高貴な生まれに見えるのだが・・・。 なにゆえ、お前のお母さんは、 もっと良い武器をお前に伝えなかったんじゃろう? (パルジファルは黙っている) KUNDRY (グルネマンツがアンフォルタスの運命を物語る間、落ち着きなく荒れ狂いながら何度も激しく振り返っていたクンドリーは、相変わらず森の隅のほうに横たわりながら、鋭い視線をパルジファルに向けていたが、今やパルジファルが黙ってしまったので、乱暴な声で叫ぶ) お母さんは、父の無い子を産んだのさ・・・ 夫のガムレットが戦で討死した時に。 若き身空の名誉の戦死・・・ 息子が同じ目に遭うのを防ごうと、お母さんは武器を持たせず 人里離れ、バカな息子を育てあげた・・・ バカな女さ! (笑う) PARSIFAL (いきなり興味を持ったように耳を傾けながら) そうさ!いつだか、森のはじっこを 立派な獣にまたがって、 きらびやかな男たちが通り過ぎた。 おいら、あんな風になりたいなあって言ったんだ。 だけど男たちは、笑ったまま駆け去った。 おいら、すぐ追いかけたけど、まるで追い付けなかった。 野を過ぎ、山越え、谷を越え、 何度も夜が来て、昼が来た。 何と言ってもこの弓は役立った、 獣や大男から身を守るためにさ・・・ KUNDRY (身を起こし、男たちの方に進み寄っていたが、熱を込めて) そうさ!盗賊も巨漢たちも力でやっつけたんだ。 みんな、この素敵な若者にびくついているのさ。 PARSIFAL (いぶかしげに) 誰がびくついっているって?ねえ! KUNDRY 悪い奴らだよ。 PARSIFAL おいらを脅した奴らは、ワルだったのかい? (グルネマンツは笑う) じゃあ、誰が、イイのさ? GURNEMANZ (真顔に戻って) お前の母さんだ・・・お前、家出して来たんだろう。 お母さん、深く心を痛め、苦しんでいるぞ。 KUNDRY そんな苦しみももう終わり…こいつの母さんは死んだのさ。 PARSIFAL (おそろしくびっくりして) 死んだ?おいらの母さんが?誰がそう言ったんだ? KUNDRY お母さんが死ぬのを見たのは、馬で通りかかったあたしさ。 バカなあんたによろしく伝えてくれとさ。 (パルジファルは憤怒のあまりクンドリーに跳びかかって喉首をつかむ。グルネマンツは彼を引き離す) GURNEMANZ 若造、狂ったか!またも暴力とは? (グルネマンツがクンドリーを自由の身にすると、パルジファルは長い間、凍ったように立ち尽くす) この女がお前に何をした?ほんとうのことを言ったまでだ。 クンドリーは嘘はつかぬ…それだけ多くのことを見たのだ。 PARSIFAL (激しく震え出して) おいら、焦がれ死にそうだ・・・! (クンドリーはパルジファルの状態に気付くと、すぐに泉の湧き出る場所に飛んでいき、角でできた盃に水を汲み入れて持ってくる。それをまずパルジファルに振りかけた後、差し出して彼に飲ませる) GURNEMANZ まことに結構!聖杯の恩寵にかなう作法だ。 善もて悪に報ゆる者、すなわち悪を祓うなり。 KUNDRY (陰鬱に) 善なんて行うものですか・・・ (クンドリーは悲しげに顔を背ける。グルネマンツが父親のようにパルジファルの面倒を見ている間に、彼女はこの二人に気づかれることなく、灌木の茂みに向かって、とぼとぼと歩いて行く。) 安らぎが欲しいだけだわ、 ああ、疲れ切ったこの女に、安らぎだけでも。 眠りたい!・・・ああ、誰も起こさないで! (おびえるように飛びあがって) だめ!眠っちゃだめ!ぞっとするようなおののき! (激しくわななき始めるが、やがて両腕をだらんと下げて) でも、いやがっても無駄!その時が来たのよ。 眠らずには・・・いられない・・・あたし、もう・・・! (クンドリーは灌木の茂みの後ろで倒れてしまい、以後、姿は見えなくなる。・・・湖のほうで人の気配がし始めると、舞台の奥のほうに、騎士たちと輿を担ぐ小姓の帰城の行列が見えてくる) GURNEMANZ 王が水浴から戻ってこられる。 陽は高々と中天にある。 さらば、そちを案内いたそう、聖餐に。 そちさえ清らであるならば、 聖杯が、そちに飲食をつかわそう。 (グルネマンツはパルジファルの腕を取って、自らのうなじ周りに柔らかに置き、自らの腕はパルジファルの体に巻きつける。ゆっくりと歩きながら、彼はパルジファルを導くが、この時すでに舞台転換は気づかぬながらも始まっている) PARSIFAL 聖杯って誰だい? GURNEMANZ それは、いわく言い難い・・・ ただ、そちがまことに選ばれた者ならば、 このまま知らされずにいるはずがあろうか。 さあ、見るのじゃ! 思うに、わしの眼力は定かじゃった・・・ この地には、どんな道もつかないし、 どんな者も足を踏み入れることはできぬのだ。 聖杯ご自身に導かれる者でなくしては。 PARSIFAL おいら、ほとんど歩いてないのに、 もう、えらく遠くに来た気がするぞ。 GURNEMANZ わかるのか、せがれよ、 ここでは時が、空間になってしまうのじゃ。 (グルネマンツとパルジファルが前に進むように見えている間、舞台は徐々にだが、どんどん変わってきている。やがて森が消え、岩壁の中に城へと通じる城門の道が開かれると、二人は今やその道を進んでいる) GURNEMANZ さあ、五感を研ぎ澄ませ。わしに確かめさせてくれ、 まことに愚かで清らであるか。 他にいかなる知恵が、そちに授けられていようとも・・・。 (壁に囲まれた道を登りゆくうちに、舞台の様子はすっかり変わってしまう。グルネマンツとパルジファルは聖杯城の壮大な広間に足を踏み入れる。舞台は、丸天井の付いた柱廊式大広間で、その丸天井の下には昼餐室がある。舞台後方で左右の扉が開かれると、その右手からは聖杯の騎士たちが入って来て、各食卓の周りを取り巻くように進む) 【聖杯の騎士たち】 最後の愛の聖餐に臨もうと、 来る日も来る日も準備をしてきた。 (より早い歩調の小姓たちの行列が、舞台を後方に向けて横切って行く) これが最後の聖餐になろうとも、 今日のこの昼餐こそ、王に力を与えるはず。(*1) (第二の小姓たちの行列が大広間を横切って行く) 喜びと善をなす者は、 ふたたび聖餐を受けるのだ・・ 聖餐のめぐみを受け、 高貴なる贈り物を受けるのだ。 (集まって来た騎士達が食卓につくと、青年達の声が丸天井の中ぐらいの高さの所から聞こえてくる) 罪にまみれた全世界を 無数の苦痛であがなって、 あの日あのお方が血を流した如く、 救済をもたらす勇者には 晴れやかな心もて 我が血潮の注がれんことを。 我らの罪を償うために差し出されたお体よ・・・ あの方の死によって、我らの中に生き続けよ。 【少年たちの声】 (丸天井のきわめて高い所から) 信仰は生きています、 鳩が舞っています、 救世主の聖なる使いである鳩が・・・。 あなた方のために流された血である このワインを飲むのです。 命のパンを取るのです! (歌が歌われている間、反対側の扉を通って、輿に乗ったアンフォルタスが小姓達と助修士達に運ばれてくる。行列を先導して進んできた4人の小姓達は、覆いを掛けられた聖杯の厨子を捧げ持っている。この行列が、一段高い所に寝椅子が置かれている舞台後方の中央に差し掛かると、アンフォルタスは輿から下ろされて、寝椅子の上に寝かせられる。その前には、細長い石テーブルが置かれており、少年達は覆われた聖杯の厨子をその上に置く。 かくて、皆の者が席に着き、辺り一帯が静まり返った時、きわめて奥深い背後の方から、アンフォルタスの寝椅子の後ろにあるアーチのようになった壁龕(へきがん)から、年老いたティトゥレル王の声が、まるで墓の中からのように、こちらに迫って来る) TITUREL 我が息子アンフォルタス、務めを果たしておるか? (長い沈黙) 今日、私は聖杯を目にして余命をつなぐ定めなのか? (長い沈黙) それとも死なねばならぬのか?救い主に伴われずに。 AMFORTAS (苦悩に満ちあふれ、絶望を爆発させて、上半身をもたげる) 悲しい!我が苦悩の悲しさ! 父上よ!ああ、もう一度だけ あなたがこの務めを執り行ってください! 生きて下さい、生きて・・・私のほうを死なせて下さい。 TITUREL 救世主の恩寵により、私は墓の中で生きている。 お仕えするには、私はあまりに弱り切っている。 お前が奉仕して罪を償うのだ! 聖杯の覆いを取れ! AMFORTAS (少年たちに向かって身を起こしながら) やめろ!覆いを取ってはならん!・・・ああ! 誰にも分かってもらえぬとは!皆の者に喜びを もたらす光景は、私には苦悩を呼び覚ますのだ! この傷、この猛威を振るう痛みすら、何であろう! この務めを果たせと強いられる苦しみ、 この地獄の責め苦に比べれば! 私が受け継いだ悲しい務め・・・それは、 皆のうちにあってただ一人の罪びとである私が、 至高の祭儀を司り、 清らかな者達のために、恩寵を請い願うこと! ああ、罰を!最高の罰を! ああ、辱めを受けし恩寵の主・・・! あのお方を、あのお方の聖なるまなざしを 私は憧れ求めずにはいられない。 魂の奥底から、救いを求めて悔い改め、 あの方にたどりつこうとせずにはいられない。 その時が近づく・・・ 一条の光が、神器の上に落ちる・・・ 覆いが取られる。 (凍りついたように虚空をじっと見つめながら) 聖なる器の神々しい神体が 激しい光とともに赤々と輝きはじめると、 我が体は、至福の悦楽の痛みに貫かれ、 心には至聖の血潮が 注ぎ込まれるのを感じる・・・ だがその時、私自身の罪深き血のざわめきが 狂気のように逃げ惑いながら 私に向かって逆流し始め、 罪を求めてやまない世界に向けて、 怖気を振るいつつも荒々しく流れ込んでいく。 そして、その門を新たに突き破ると、 そこから奔流のように流れ出て、 あの方と同じこの傷口を通り抜けていく。 そう、あの槍の一撃によって付けられた傷・・・ 同じ槍が、救世主をも傷つけたのだ。 しかし、あの神の人は、その傷を負いながらも、 血の涙を流し、共に苦しむことをあこがれ、 人類の恥辱のゆえに泣き給うた。 ところが、同じ聖なる傷口なのに、私はどうだ・・・ 最高の神器を所有し、 救済の秘薬を守護する私の傷からは、 熱く罪深い血がドクドクと湧き出して、 あこがれの泉から永遠に甦り、 いくら懺悔しても、ああ!・・・決して静められない! あわれみを!あわれみを! 全世界を憐まれる方!ああ、憐みを! 私が受け継いだ務めを取り去り、 この傷を閉じてください。 私が安らかに死に、 清らかな身となって御前で癒されるように! (気を失ったように後ろに崩れ落ちる) 【少年たちと青年たち】 (見えない高い所から) 『共に苦しみ、悟りを得る 清らかな愚か者、 待つがいい・・・ その者を私は選んだ!』 【騎士たち】 (静かに) これがあなた様へのお約束・・・ 慰めとともに待つのです。 今日は務めを果たされよ! TITUREL 聖杯の覆いを取れ! (アンフォルタスは憔悴しきったまま、ゆっくり身を起こす。少年たちは金色の厨子の覆いを取り、古風な水晶の盃を取り出すと、そこにかかっていたヴェールをも取り去り、アンフォルタスの前に置く。) 【高みからの重唱】 受け取りなさい、私の体を。 受け取りなさい、私の血を。 私たちが愛し合うために! (アンフォルタスが敬虔の念に満たされつつ、無言の祈りを捧げながら聖杯の上に身をかがめると、大広間には次第に黄昏の色が濃くなっていく。そして、ついには完全な真っ暗闇となる。) 【高みから少年たち】 受け取りなさい、私の体を。 受け取りなさい、私の血を。 あなたがたが私を忘れないように。 (まばゆい一条の光が、上方から水晶の盃へと降りて来ると、盃は輝かしい紫色を放ちながら、次第にその色を濃くしていき、全てを柔らかに照らし出す。アンフォルタスは、浄化された面持ちで、『グラール』(聖杯)を高く持ち上げ、ゆったりと四方に振る。そうすることで、彼はパンとワインに祝福を与えているのである。一同は皆ひざまずく。) TITUREL おお、聖なる歓び。今日この日、 何と晴れやかな主のご挨拶だろう! (アンフォルタスが「グラール」を再び下におろすと、濃い黄昏が退いていくのにあわせて、「グラール」はどんどん輝きを失っていく。続いて、少年たちは器を再び厨子の中にしまい込み、前と同じように覆いを掛ける。かつての昼の明るさが戻ってくる。4人の少年たちは、続く歌が歌われている間、それぞれ2つある壺と籠の中からワインとパンを取り分ける。) 【少年たちの声】 (高みから) 最後の食卓のワインとパン・・・ それを、かつて聖杯の主は、 共に苦しむ愛の力をもって ご自身の流された血に変え、 ご自身が差し出す体に変えたのです。 (厨子を閉じた4人の少年は、アンフォルタスが聖杯「グラール」を振りながら祝福を与えた2個のワイン壺と2個のパン籠を祭壇のテーブルから持ち運ぶ。彼らは、パンを騎士たちに分け与え、ワインを彼らの前の杯に注いでいく。 騎士たちは食事のために腰をおろし、グルネマンツも同様にする。彼は隣の席を空けたままにしておき、食膳に連なるようパルジファルを差し招くが、パルジファルは押し黙ったまま微動だにせず、茫然自失して脇の方に突っ立ったままである。) 【青年たち】 (丸天井の中ぐらいの高さの所から) 聖なる贈り物である血と体を、 あなた方への恵みとして与えんと、 至福の慰めをもたらす愛の聖霊が、 いま注がれたワインに変え、 口にするパンに変えるのです。 【騎士たち】 (最初の半数) パンを取ろう! そして勇敢に 肉体の力と強さに変えるのだ。 死に至るまで忠実に、 あらゆる苦難に挫けずに、 救世主の御業(みわざ)を果たすのだ! (残りの半数) ワインを取ろう! そして新しく 命を燃やす血に変えるのだ。 肩を組みつつ快活に、 兄弟たちには忠誠に、 幸多き勇気に満ちて戦うのだ! 【全ての騎士たち】 信ずる者は幸いなるかな! 愛する者は幸いなるかな! (騎士たちは立ち上がると、双方向から互いに歩み寄り、次の歌が歌われる間、うやうやしく抱きしめ合う) 【青年たち】 (丸天井の中ぐらいの高さの所から) 愛する者は幸いなるかな! 【少年たちの声】 (丸天井の最も高い所から) 信ずる者は幸いなるかな! (アンフォルタスは聖餐には加わらなかったものの、その間感激に満ちて立ち上がっていた。しかし再びゆっくりとくずおれていくと、首をうなだれて、手を傷の上に置く。少年たちが近づくが、その仕草からは、アンフォルタスの傷口から新たな出血が始まったことが分かる。彼らはアンフォルタスを介抱し、再び輿に乗せる。人々が出発の支度をすると、少年たちも来た時と同様の隊列を組み、アンフォルタスと聖なる厨子を運び去って行く。騎士たちも同様に荘重に隊列を整えて、ゆっくりと大広間を去っていく。弱い昼明りが射し込んでくる。小姓たちがやや早目の歩調で大広間を横切って行く。最後の騎士と小姓たちが大広間を去ると、扉はすべて閉じられてしまう。パルジファルは、先ほどのアンフォルタスの激しい嘆き声を聞いた時、激しい仕草で心臓に手をやり、しばらくの間痙攣するかのように、その部分をつかんだままだった。今も凍りついたかのように、その場に身動き一つせずに立ち尽くしている。グルネマンツは不機嫌そうにパルジファルに近づき、彼の腕をつかんで揺さぶる) GURNEMANZ お前、どうしてまだそこにいるんだ? 何を見たのか、わかるのか? (パルジファルは痙攣するように心臓の上をつかむ・・・そして少しだけ首を横に振る) GURNEMANZ (非常に腹を立てて) お前、やはりただのバカだな! (狭い脇扉を開けて) 出て行け!お前の道を行くがいい! グルネマンツは、こう忠告するぞ・・・ 以降ここでは、白鳥の群れは放っておけ! お前ごときオス鵞鳥はメス鵞鳥でも追っかけてろ! (グルネマンツはパルジファルを外へと突き飛ばし、気難しい顔をしたまま勢いよく扉をバタンと閉じる。グルネマンツが騎士たちの後を追う間、フェルマータの付いた最後の小節で幕が閉じる) 【一人のアルトの声】 (高みから) 『共に苦しみ、悟りを得る 清らかな愚か者・・・』 【中ぐらいの高み】 信ずる者は幸いなるかな! 【最も高い所から】 信ずる者は幸いなるかな! Vorspiel ERSTER AUFZUG Im Gebiet des Grales. – Wald, schattig und ernst, doch nicht düster. Eine Lichtung in der Mitte. Links aufsteigend wird der Weg zur Gralsburg angenommen. Der Mitte des Hintergrundes zu senkt sich der Boden zu einem tiefer gelegenen Waldsee hinab. – Tagesanbruch. – Gurnemanz (rüstig greisenhaft) und zwei Knappen (von zartem Jünglingsalter) sind schlafend unter einem Baume gelagert. – Von der linken Seite, wie von der Gralsburg her, ertönt der feierliche Morgenweckruf der Posaunen GURNEMANZ erwachend und die Knaben rüttelnd He! Ho! Waldhüter ihr, – Schlafhüter mitsammen, – so wacht doch mindest am Morgen. Die beiden Knappen springen auf Hört ihr den Ruf? Nun danket Gott, dass ihr berufen, ihn zu hören! Er senkt sich mit den Knappen auf die Knie und verrichtet mit ihnen gemeinschaftlich stumm das Morgengebet; sobald die Posaunen schweigen, erheben sie sich langsam Jetzt auf, ihr Knaben! Seht nach dem Bad. Zeit ist's, des Königs dort zu harren. Er blickt nach links in die Szene Dem Siechbett, das ihn trägt, voraus seh ich die Boten schon uns nahn. Zwei Ritter treten, von der Burg her, auf Heil euch! – Wie geht's Amfortas heut? Wohl früh verlangt er nach dem Bade das Heilkraut, das Gawan mit List und Kühnheit ihm gewann, ich wähne, dass das Lind'rung schuf? ZWEITER RITTER Das wähnest du, der doch Alles weiss? Ihm kehrten sehrender nur die Schmerzen bald zurück – schlaflos von starken Bresten, befahl er eifrig uns das Bad. GURNEMANZ das Haupt traurig senkend Toren wir, auf Lind'rung da zu hoffen, wo einzig Heilung lindert! – Nach allen Kräutern, allen Tränken forscht und jagt weit durch die Welt – ihm hilft nur Eines, – nur der Eine! ZWEITER RITTER So nenn uns den! GURNEMANZ ausweichend Sorgt für das Bad! Die beiden Knappen haben sich dem Hintergrunde zugewendet und blicken nach rechts ZWEITER KNAPPE Seht dort die wilde Reiterin! ERSTER KNAPPE Hei! Wie fliegen der Teufelsmähre die Mähnen! ZWEITER RITTER Ha! Kundry dort? ERSTER RITTER Die bringt wohl wicht'ge Kunde? ZWEITER KNAPPE Die Mähre taumelt. ERSTER KNAPPE Flog sie durch die Luft? ZWEITER KNAPPE Jetzt kriecht sie am Boden hin. ERSTER KNAPPE Mit den Mähnen fegt sie das Moos. Alle blicken lebhaft nach der rechten Seite. ZWEITER RITTER Da schwingt sich die Wilde herab! Kundry stürzt hastig, fast taumelnd, herein. Wilde Kleidung, hoch geschürzt; Gürtel von Schlangenhäuten lang herabhängend schwarzes, in losen Zöpfen flatterndes Haar; tief braunrötliche Gesichtsfarbe; stechende schwarze Augen, zuweilen wild aufblitzend, öfters wie todesstarr und unbeweglich. – Sie eilt auf Gurnemanz zu und dringt ihm ein kleines Kristallgefäss auf KUNDRY Hier? Nimm du! – Balsam … GURNEMANZ Woher brachtest du dies? KUNDRY Von weiter her, als du denken kannst hilft der Balsam nicht, Arabia birgt dann nichts mehr zu seinem Heil. – Frag nicht weiter! – Ich bin müde. Sie wirft sich an den Boden. Ein Zug von Knappen und Rittern, die Sänfte tragend und geleitend, in welcher Amfortas ausgestreckt liegt, gelangt – von links her – auf die Bühne. – Gurnemanz hat sich, von Kundry ab, sogleich den Ankommenden zugewendet GURNEMANZ Er naht – sie bringen ihn getragen. – O weh! Wie trag ich's im Gemüte, in seiner Mannheit stolzer Blüte des siegreichsten Geschlechtes Herrn als seines Siechtums Knecht zu sehn! zu den Knappen Behutsam! Hört, der König stöhnt. Die Knappen halten an und stellen das Siechbett nieder AMFORTAS der sich ein wenig erhoben Recht so! Habt Dank! – Ein wenig Rast. Nach wilder Schmerzensnacht – nun Waldes Morgenpracht! Im heil'gen See wohl labt mich auch die Welle es staunt das Weh, die Schmerzensnacht wird helle. Gawan! ZWEITER RITTER Herr! Gawan weilte nicht; da seines Heilkrauts Kraft, wie schwer er's auch errungen, doch deine Hoffnung trog, hat er auf neue Sucht sich fortgeschwungen. AMFORTAS Ohn Urlaub! – Möge das er sühnen, dass schlecht er Grals-Gebote hält! O wehe ihm, dem trotzig Kühnen, wenn er in Klingsors Schlingen fällt! – So breche Keiner mir den Frieden! Ich harre des, der mir beschieden »durch Mitleid wissend« – war's nicht so? – GURNEMANZ Uns sagtest du es so. AMFORTAS – »der reine Tor –« Mich dünkt ihn zu erkennen dürft ich den Tod ihn nennen! GURNEMANZ indem er Amfortas das Fläschchen Kundrys überreicht Doch zuvor – versuch es noch mit diesem! AMFORTAS Woher dies heimliche Gefäss? GURNEMANZ Dir ward es aus Arabia hergeführt. AMFORTAS Und wer gewann es? GURNEMANZ Dort liegt's, das wilde Weib. Auf, Kundry! Komm! Kundry weigert sich und bleibt am Boden AMFORTAS Du – Kundry? Muss ich dir nochmals danken, du rastlos scheue Magd? Wohlan, den Balsam nun versuch ich noch es sei aus Dank für deine Treue. KUNDRY unruhig und heftig am Boden sich bewegend Nicht Dank! – Ha ha! – was wird er helfen! Nicht Dank! Fort, fort – in's Bad! Amfortas gibt das Zeichen zum Aufbruch; der Zug entfernt sich nach dem tieferen Hintergrunde zu. – Gurnemanz, schwermütig nachblickend, und Kundry, fortwährend auf dem Boden gelagert, sind zurückgeblieben. – Knappen gehen ab und zu DRITTER KNAPPE He! Du da! Was liegst du dort wie ein wildes Tier? KUNDRY Sind die Tiere hier nicht heilig? DRITTER KNAPPE Ja –! Doch ob heilig du, das wissen wir grad noch nicht. VIERTER KNAPPE Mit ihrem Zaubersaft – wähn ich – wird sie den Meister vollends verderben. GURNEMANZ Hm! Schuf sie euch Schaden je? – Wann Alles ratlos steht, wie kämpfenden Brüdern in fernste Länder Kunde sei zu entsenden, und kaum ihr nur wisst wohin, – wer, ehe ihr euch nur besinnt, stürmt und fliegt dahin und zurück, der Botschaft pflegend mit Treu und Glück? Ihr nährt sie nicht, – sie naht euch nie, nichts hat sie mit euch gemein doch, wann's in Gefahr der Hilfe gilt, der Eifer führt sie schier durch die Luft, die nie euch dann zum Danke ruft. Ich wähne, ist dies Schaden, so tät er euch gut geraten. DRITTER KNAPPE Doch hasst sie uns; sieh nur, wie hämisch dort nach uns sie blickt! VIERTER KNAPPE Eine Heidin ist's, ein Zauberweib. GURNEMANZ Ja, eine Verwünschte mag sie sein. Hier lebt sie heut, vielleicht erneut, zu büssen Schuld aus früh'rem Leben, die dorten ihr noch nicht vergeben. Übt sie nun Buss in solchen Taten, die uns Ritterschaft zum Heil geraten, gut tut sie dann und recht sicherlich, dienet uns – und hilft auch sich. DRITTER KNAPPE So ist's wohl auch jen' ihre Schuld, die uns so manche Not gebracht? GURNEMANZ sich besinnend Ja, – wann oft lange sie uns ferne blieb, dann brach ein Unglück wohl herein. Und lang schon kenn ich sie; doch Titurel kennt sie noch länger. Der fand, als er die Burg dort baute, sie schlafend hier im Waldgestrüpp – erstarrt, leblos, wie tot. So fand ich selbst sie letztlich wieder, als uns das Unheil kaum geschehn, das jener Böse über den Bergen so schmählich über uns gebracht. zu Kundry He! Du! Hör mich und sag wo schweiftest damals du umher, als unser Herr den Speer verlor? Kundry schweigt düster Warum halfst du uns damals nicht? KUNDRY Ich helfe nie. VIERTER KNAPPE Sie sagt's da selbst. DRITTER KNAPPE Ist sie so treu, so kühn in Wehr, so sende sie nach dem verlor'nen Speer! GURNEMANZ düster Das ist ein And'res, jedem ist's verwehrt. – mit grosser Ergriffenheit Oh, wundenwundervoller, heiliger Speer! Dich sah ich schwingen von unheiligster Hand! in Erinnerung sich verlierend Mit ihm bewehrt, Amfortas, Allzukühner, wer mochte dir es wehren den Zaub'rer zu beheeren? Schon nah dem Schloss – wird uns der Held entrückt ein furchtbar schönes Weib hat ihn entzückt; in seinen Armen liegt er trunken, der Speer – ist ihm entsunken. Ein Todesschrei! – Ich stürm herbei von dannen Klingsor lachend schwand den heil'gen Speer hat' er entwandt. Des Königs Flucht gab kämpfend ich Geleite; doch – eine Wunde brannt ihm in der Seite, die Wunde ist's, die nie sich schliessen will. – Der erste und zweite Knappe kommen vom See her zurück DRITTER KNAPPE zu Gurnemanz So kanntest du Klingsor? GURNEMANZ zu den zurückkommenden beiden Knappen Wie geht's dem König? ERSTER KNAPPE Ihn frischt das Bad. ZWEITER KNAPPE Dem Balsam wich das Weh. GURNEMANZ für sich Die Wunde ist's, die nie sich schliessen will! – Der dritte und der vierte Knappe hatten sich zuletzt schon zu Gurnemanz' Füssen niedergesetzt; die beiden anderen gesellen sich jetzt in gleicher Weise zu ihnen unter dem grossen Baum DRITTER KNAPPE Doch, Väterchen, sag und lehr uns fein du kanntest Klingsor, – wie mag das sein? GURNEMANZ Titurel, der fromme Held, der kannt ihn wohl. Denn ihm, da wilder Feinde List und Macht des reinen Glaubens Reich bedrohten, ihm neigten sich, in heilig ernster Nacht, dereinst des Heilands selige Boten daraus er trank beim letzten Liebesmahle, das Weihgefäss, die heilig edle Schale, darein am Kreuz sein göttlich Blut auch floss, dazu den Lanzenspeer, der dies vergoss, – der Zeugengüter höchstes Wundergut, das gaben sie in unsres Königs Hut. Dem Heiltum baute er das Heiligtum. Die seinem Dienst ihr zugesindet auf Pfaden, die kein Sünder findet, – ihr wisst, dass nur dem Reinen vergönnt ist sich zu einen den Brüdern, die zu höchsten Rettungswerken des Grales Wunderkräfte stärken. – Drum blieb es dem, nach dem ihr fragt, verwehrt, Klingsorn – wie hart ihn Müh auch drob beschwert. Jenseits im Tale war er eingesiedelt; darüber hin liegt üpp'ges Heidenland – unkund blieb mir, was dorten er gesündigt; doch wollt er büssen nun, ja – heilig werden. Ohnmächtig, in sich selbst die Sünde zu ertöten, an sich legt er die Frevlerhand, die nun, dem Grale zugewandt, verachtungsvoll des Hüter von sich stiess. Darob die Wut nun Klingsorn unterwies, wie seines schmähl'chen Opfers Tat ihm gäb zu bösem Zauber Rat – den fand er nun. Die Wüste schuf er sich zum Wonnegarten; drin wachsen teuflisch holde Frauen, dort will des Grales Ritter er erwarten zu böser Lust und Höllengrauen wen er verlockt, hat er erworben, schon Viele hat er uns verdorben. – Da Titurel, in hohen Alters Mühen, dem Sohn die Herrschaft hier verliehen, Amfortas liess es da nicht ruhn der Zauberplag' Einhalt zu tun. Das wisst ihr, wie es da sich fand der Speer ist nun in Klingsors Hand; kann er selbst Heilige mit ihm verwunden, den Gral auch wähnt er fest schon uns entwunden! Kundry hat sich, in wütender Unruhe, oft heftig umgewendet VIERTER KNAPPE Vor Allem nun, der Speer kehr uns zurück! DRITTER KNAPPE Ha! wer ihn brächt, ihm wär's zu Ruhm und Glück? GURNEMANZ nach einem Schweigen Vor dem verwaisten Heiligtum in brünst'gem Beten lag Amfortas, ein Rettungszeichen bang erflehend – ein sel'ger Schimmer da entfloss dem Grale; ein heilig Traumgesicht nun deutlich zu ihm spricht durch hell erschauter Wortezeichen Male »durch Mitleid wissend, der reine Tor, harre sein, den ich erkor!« DIE VIER KNAPPEN »Durch Mitleid wissend, der reine Tor –« Vom See her vernimmt man Geschrei und das Rufen der Ritter und Knappen. – Gurnemanz und die vier Knappen fahren auf und wenden sich erschreckt um RITTER UND KNAPPEN Weh! Weh! – Hoho! Auf! – Wer ist der Frevler? GURNEMANZ Was gibt's? Ein wilder Schwan flattert matten Fluges vom See daher die Knappen und Ritter folgen ihm nach auf die Szene VIERTER KNAPPE Dort! DRITTER KNAPPE Hier! ZWEITER KNAPPE Ein Schwan! VIERTER KNAPPE Ein wilder Schwan! ALLE RITTER UND KNAPPEN Er ist verwundet. Ha, wehe! Weh! GURNEMANZ Wer schoss den Schwan? Der Schwan sinkt, nach mühsamem Fluge, matt zu Boden; der zweite Ritter zieht ihm den Pfeil aus der Brust ERSTER RITTER Der König grüsste ihn als gutes Zeichen, als überm See kreiste der Schwan da flog ein Pfeil … KNAPPEN UND RITTER Parsifal hereinführend Der war's! Der schoss! auf Parsifals Bogen weisend Dies der Bogen! ZWEITER RITTER den Pfeil aufweisend Hier der Pfeil, dem seinen gleich. GURNEMANZ Bist du's, der diesen Schwan erlegte? PARSIFAL Gewiss! Im Fluge treff ich, was fliegt! GURNEMANZ Du tatest das? Und bangt es dich nicht vor der Tat? DIE KNAPPEN UND RITTER Strafe den Frevler! GURNEMANZ Unerhörtes Werk! – Du konntest morden, – hier, im heil'gen Walde, des stiller Frieden dich umfing? Des Haines Tiere nahten dir nicht zahm? Grüssten dich freundlich und fromm? Aus den Zweigen was sangen die Vöglein dir? Was tat dir der treue Schwan? Sein Weibchen zu suchen flog der auf, mit ihm zu kreisen über dem See, den so er herrlich weihte zum Bad. – Dem stauntest du nicht? … Dich lockt es nur zu wild kindischem Bogengeschoss? Er war uns hold was ist er nun dir? Hier, – schau her! – hier trafst du ihn; – da starrt noch das Blut, matt hängen die Flügel; – das Schneegefieder dunkel befleckt? Gebrochen das Aug' – siehst du den Blick? Parsifal hat Gurnemanz mit wachsender Ergriffenheit zugehört jetzt zerbricht er seinen Bogen und schleudert die Pfeile von sich Wirst deiner Sündentat du inne? Parsifal führt die Hand über die Augen Sag, Knab' – erkennst du deine grosse Schuld? Wie konntest du sie begehn? PARSIFAL Ich wusste sie nicht. GURNEMANZ Wo bist du her? PARSIFAL Das weiss ich nicht. GURNEMANZ Wer ist dein Vater? PARSIFAL Das weiss ich nicht. GURNEMANZ Wer sandte dich dieses Weges? PARSIFAL Das weiss ich nicht. GURNEMANZ Dein Name denn? PARSIFAL Ich hatte viele, doch weiss ich ihrer keinen mehr. GURNEMANZ Das weisst du Alles nicht? für sich So dumm wie den erfand bisher ich Kundry nur! zu den Knappen, deren sich immer mehre versammelt haben Jetzt geht! Versäumt den König im Bade nicht! – Helft! – Die Knappen heben den toten Schwan ehrerbietig auf eine Bahre von frischen Zweigen, und entfernen sich mit ihm dann nach dem See zu. – Schliesslich bleiben Gurnemanz, Parsifal und – abseits – Kundry allein zurück GURNEMANZ wendet sich wieder zu Parsifal Nun sag nichts weisst du, was ich dich frage; jetzt meld, was du weisst; denn etwas musst du doch wissen. PARSIFAL Ich hab eine Mutter; Herzeleide sie heisst. Im Wald und auf wilder Aue waren wir heim. GURNEMANZ Wer gab dir den Bogen? PARSIFAL Den schuf ich mir selbst vom Forst die wilden Adler zu verscheuchen. GURNEMANZ Doch adelig scheinst du selbst und hochgeboren warum nicht liess deine Mutter bessere Waffen dich lehren? Parsifal schweigt KUNDRY welche während der Erzählung des Gurnemanz von Amfortas' Schicksal oft in wütender Unruhe heftig sich umgewendet hatte, nun aber, immer in der Waldecke gelagert, den Blick scharf auf Parsifal gerichtet hat, ruft jetzt, da Parsifal schweigt, mit rauher Stimme daher Den Vaterlosen gebar die Mutter, als im Kampf erschlagen Gamuret; vor gleichem frühem Heldentod den Sohn zu wahren, waffenfremd in Öden erzog sie ihn zum Toren – die Törin! Sie lacht PARSIFAL der mit jäher Aufmerksamkeit zugehört Ja! Und einst am Waldessaume vorbei, auf schönen Tieren sitzend, kamen glänzende Männer; ihnen wollt ich gleichen sie lachten und jagten davon. Nun lief ich nach, doch konnte sie nicht erreichen. – Durch Wildnisse kam ich, bergauf, talab; oft ward es Nacht, dann wieder Tag mein Bogen musste mir frommen gegen Wild und grosse Männer … KUNDRY hat sich erhoben und ist zu den Männern getreten; eifrig Ja! Schächer und Riesen traf seine Kraft; den freislichen Knaben fürchten sie Alle. PARSIFAL verwundert Wer fürchtet mich? Sag! KUNDRY Die Bösen. PARSIFAL Die mich bedrohten, waren sie bös? Gurnemanz lacht Wer ist gut? GURNEMANZ wieder ernst Deine Mutter, – der du entlaufen, und die um dich sich nun härmt und grämt. KUNDRY Zu End ihr Gram seine Mutter ist tot. PARSIFAL in furchtbarem Schrecken Tot? Meine Mutter? – Wer sagt's? KUNDRY Ich ritt vorbei, und sah sie sterben – dich Toren hiess sie mich grüssen. Parsifal springt wütend auf Kundry zu und fasst sie bei der Kehle. – Gurnemanz hält ihn zurück GURNEMANZ Verrückter Knabe! Wieder Gewalt? Nachdem Gurnemanz Kundry befreit, steht Parsifal lange wie erstarrt Was tat dir das Weib? Es sagte wahr, denn nie lügt Kundry – doch sah sie viel. PARSIFAL gerät in ein heftiges Zittern Ich verschmachte! … Kundry ist sogleich, als sie Parsifals Zustand gewahrte, nach einem Waldquell geeilt, bringt jetzt Wasser in einem Horne, besprengt damit zunächst Parsifal, und reicht ihm dann zu trinken GURNEMANZ So recht! So nach des Grales Gnade das Böse bannt, wer's mit Gutem vergilt. KUNDRY düster Nie tu ich Gutes – Sie wendet sich traurig ab, und während Gurnemanz sich väterlich um Parsifal bemüht, schleppt sie sich, von Beiden unbeachtet, einem Waldgebüsche zu nur Ruhe will ich, nur Ruhe – ach! – der Müden. Schlafen! – Oh, dass mich keiner wecke! scheu auffahrend Nein! – Nicht schlafen! – Grausen fasst mich! Sie verfällt in heftiges Zittern; dann lässt sie die Arme matt sinken Machtlose Wehr! Die Zeit ist da. Schlafen – schlafen – ich muss! – Sie sinkt hinter dem Gebüsch zusammen und bleibt von jetzt an unbemerkt. – Vom See her gewahrt man Bewegung und endlich den im Hintergrunde sich heimwendenden Zug der Ritter und Knappen mit der Sänfte GURNEMANZ Vom Bade kehrt der König heim; hoch steht die Sonne nun lass zum frommen Mahle mich dich geleiten; denn bist du rein, wird nun der Gral dich tränken und speisen. Gurnemanz hat Parsifals Arm sich sanft um den Nacken gelegt, und dessen Leib mit seinem eigenen Arme umschlungen; so geleitet er ihn bei sehr allmählichem Schreiten. – Hier hat die unmerkliche Verwandelung der Bühne bereits begonnen PARSIFAL Wer ist der Gral? GURNEMANZ Das sagt sich nicht; doch, bist du selbst zu ihm erkoren, bleibt dir die Kunde unverloren. Und sieh! – Mich dünkt, dass ich dich recht erkannt kein Weg führt zu ihm durch das Land, und Niemand könnte ihn beschreiten, den er nicht selber möcht geleiten. PARSIFAL Ich schreite kaum, doch wähn ich mich schon weit. GURNEMANZ Du siehst, mein Sohn, zum Raum wird hier die Zeit. Allmählich, während Gurnemanz und Parsifal zu schreiten scheinen, hat sich die Szene bereits immer merklicher verwandelt; es verschwindet so der Wald, und in Felsenwänden öffnet sich ein Torweg, welcher die Beiden jetzt einschliesst GURNEMANZ Jetzt achte wohl, und lass mich sehn bist du ein Tor und rein, welch Wissen dir auch mag beschieden sein. – Durch aufsteigende gemauerte Gänge führend, hat die Szene sich vollständig verwandelt Gurnemanz und Parsifal treten jetzt in den mächtigen Saal der Gralsburg ein. – Szene Säulenhalle mit Kuppelgewölbe, den Speiseraum überdeckend. Auf beiden Seiten des Hintergrundes werden die Türen geöffnet von rechts schreiten die Ritter des Grales herein und reihen sich um die Speisetafeln DIE GRALSRITTER Zum letzten Liebesmahle. gerüstet Tag für Tag, Ein Zug von Knappen durchschreitet schnelleren Schrittes die Szene nach hinten zu gleich ob zum letzten Male es heut ihn letzen mag.(*2) Ein zweiter Zug von Knappen durchschreitet die Halle Wer guter Tat sich freut ihm wird das Mahl erneut der Labung darf er nahn, die hehrste Gab empfahn. Die versammelten Ritter stellen sich an den Speisetafeln auf Stimmen der Jünglinge aus der mittleren Höhe der Kuppel vernehmbar Den sündigen Welten mit tausend Schmerzen wie einst sein Blut geflossen, dem Erlösungs-Helden sei nun mit freudigem Herzen mein Blut vergossen. Der Leib, den er zur Sühn uns bot, er leb in uns durch seinen Tod. KNABENSTIMMEN aus der äussersten Höhe der Kuppel Der Glaube lebt; die Taube schwebt, des Heilands holder Bote. Der für euch fliesst, des Weins geniesst, und nehmt vom Lebensbrote! Während des Gesanges wird von Knappen und dienenden Brüdern durch die entgegengesetzte Türe Amfortas auf einer Sänfte hereingetragen vor ihm schreiten die vier Knappen, welche den verhängten Schrein des Grales tragen. Dieser Zug begibt sich nach der Mitte des Hintergrundes, wo ein erhöhtes Ruhebett aufgerichtet steht, auf welches Amfortas von der Sänfte herab niedergelassen wird; hiervor steht ein länglicher Steintisch, auf welchen die Knaben den verhängten Gralsschrein hinstellen. – Nachdem alle ihre Stelle eingenommen und ein allgemeiner Stillstand eingetreten war, vernimmt man, vom tiefsten Hintergrunde her, aus einer gewölbten Nische hinter dem Ruhebette des Amfortas, die Stimme des alten Titurel wie aus einem Grabe heraufdringen TITUREL Mein Sohn Amfortas, bist du am Amt? langes Schweigen Soll ich den Gral heut noch erschaun und leben? langes Schweigen Muss ich sterben, vom Retter ungeleitet? AMFORTAS im Ausbruche qualvoller Verzweiflung sich halb aufrichtend Wehe! Wehe mir der Qual! Mein Vater, oh! noch einmal verrichte du das Amt! Lebe, leb – und lass mich sterben. TITUREL Im Grabe leb ich durch des Heilands Huld zu schwach doch bin ich, ihm zu dienen. Du büss im Dienste deine Schuld! Enthüllet den Gral! AMFORTAS gegen die Knaben sich erhebend Nein! Lasst ihn unenthüllt! – Oh! dass keiner, keiner diese Qual ermisst, die mir der Anblick weckt, der euch entzückt! Was ist die Wunde, ihrer Schmerzen Wut, gegen die Not, die Höllenpein, zu diesem Amt – verdammt zu sein! Wehvolles Erbe, dem ich verfallen, ich – einz'ger Sünder unter Allen – des höchsten Heiligtums zu pflegen, auf Reine herabzuflehen seinen Segen! – Oh, Strafe! Strafe ohne Gleichen des, ach! – gekränkten Gnadenreichen! – Nach ihm, nach seinem Weihegrusse muss sehnlich mich's verlangen; aus tiefster Seele Heilesbusse zu ihm muss ich gelangen. Die Stunde naht – ein Lichtstrahl senkt sich auf das heilige Werk – die Hülle fällt. vor sich hinstarrend Des Weihgefässes göttlicher Gehalt erglüht mit leuchtender Gewalt; durchzückt von seligsten Genusses Schmerz, des heiligsten Blutes Quell fühl ich sich giessen in mein Herz des eig'nen sündigen Blutes Gewell in wahnsinniger Flucht muss mir zurück dann fliessen, in die Welt der Sündensucht mit wilder Scheu sich ergiessen; von neuem sprengt es das Tor, daraus es nun strömt hervor, hier durch die Wunde, der Seinen gleich, geschlagen von desselben Speeres Streich, der dort dem Erlöser die Wunde stach, aus der, mit blutigen Tränen, der Göttliche weint ob der Menschheit Schmach in Mitleids heiligem Sehnen, und aus der nun mir, an heiligster Stelle, dem Pfleger göttlichster Güter, des Erlösungs-Balsams Hüter – das heisse Sündenblut entquillt, ewig erneut aus des Sehnens Quelle, das – ach! – keine Büssung je mir stillt! – Erbarmen! Erbarmen! Du Allerbarmer! Ach, Erbarmen! Nimm mir mein Erbe. schliesse die Wunde, dass heilig ich sterbe, rein dir gesunde! Er sinkt wie bewusstlos zurück KNABEN UND JÜNGLINGE aus der Höhe, unsichtbar »Durch Mitleid wissend, der reine Tor, harre sein, den ich erkor!« DIE RITTER leise So ward es dir verhiessen harre getrost, des Amtes walte heut! TITUREL Enthüllet den Gral! Amfortas erhebt sich langsam und mühevoll. Die Knaben nehmen die Decke vom goldenen Schreine, entnehmen ihm eine antike Kristallschale, von welcher sie ebenfalls eine Verhüllung hinwegnehmen, und setzen diese vor Amfortas hin STIMMEN AUS DER HÖHE Nehmet hin meinen Leib, nehmet hin mein Blut um unsrer Liebe Willen! Während Amfortas andachtvoll in stummem Gebete zu dem Kelche sich neigt, verbreitet sich eine immer dichtere Dämmerung über die Halle. – Eintritt vollster Dunkelheit KNABEN AUS DER HÖHE Nehmet hin mein Blut, nehmet hin meinen Leib, auf dass ihr mein gedenkt. Ein blendender Lichtstrahl dringt von oben auf die Kristallschale herab; diese erglüht sodann immer stärker in leuchtender Purpurfarbe, alles sanft bestrahlend. Amfortas, mit verklärter Miene, erhebt den »Gral« hoch und schwenkt ihn sanft nach allen Seiten, worauf er damit Brot und Wein segnet. Alles ist auf den Knien TITUREL Oh, heilige Wonne, wie hell grüsst uns heute der Herr! Amfortas setzt den »Gral« wieder nieder, welcher nun, während die tiefe Dämmerung wieder entweicht, immer mehr erblasst hierauf schliessen die Knaben das Gefäss wieder in den Schrein und bedecken diesen wie zuvor. – Die frühere Tageshelle tritt wieder ein. Die vier Knaben verteilen während des Folgenden aus den zwei Krügen und Körben Wein und Brot KNABENSTIMMEN aus der Höhe Wein und Brot des letzten Mahles wandelt' einst der Herr des Grales durch des Mitleids Liebesmacht in das Blut, das er vergoss in den Leib, den dar er bracht. – Die vier Knaben, nachdem sie den Schrein verschlossen, nehmen nun die zwei Weinkrüge sowie die zwei Brodkörbe, welche Amfortas zuvor, durch das Schwenken des Grals-Kelches über sie, gesegnet hatte, von dem Altartische, verteilen das Brod an die Ritter und füllen die vor ihnen stehenden Becher mit Wein. Die Ritter lassen sich zum Mahle nieder, so auch Gurnemanz, welcher einen Platz neben sich leer hält und Parsifal durch ein Zeichen zur Teilnehmung am Mahle einlädt Parsifal bleibt aber starr und stumm, wie gänzlich entrückt, zur Seite stehen JÜNGLINGE aus der mittleren Höhe der Kuppel Blut und Leib der heil'gen Gabe wandelt heut zu eurer Labe sel'ger Tröstung Liebesgeist in den Wein, der euch nun floss, in das Brot, das heut ihr speist. DIE RITTER erste Hälfte Nehmet vom Brod, wandelt es kühn in Leibes Kraft und Stärke, treu bis zum Tod, fest jedem Müh'n, zu wirken des Heilands Werke! zweite Hälfte Nehmet vom Wein, wandelt ihn neu zu Lebens feurigem Blute, froh im Verein, Brudergetreu zu kämpfen mit seligem Mute! ALLE RITTER Selig im Glauben! Selig in Liebe! Die Ritter haben sich erhoben und schreiten von beiden Seiten auf sich zu, um während des Folgenden sich feierlich zu umarmen JÜNGLINGE mittlere Höhe der Kuppel Selig in Liebe! KNABEN volle Höhe der Kuppel Selig im Glauben! Während des Mahles, an welchem er nicht teilnahm, ist Amfortas aus seiner begeisterungsvollen Erhebung allmählich wieder herabgesunken er neigt das Haupt und hält die Hand auf die Wunde. Die Knaben nähern sich ihm; ihre Bewegungen deuten auf das erneute Bluten der Wunde sie pflegen Amfortas, geleiten ihn wieder auf die Sänfte, und, während alle sich zum Aufbruch rüsten, tragen sie, in der Ordnung wie sie kamen, Amfortas und den heiligen Schrein wieder von dannen. Die Ritter ordnen sich ebenfalls wieder zum feierlichen Zuge und verlassen langsam den Saal. – Verminderte Tageshelle tritt ein. – Knappen ziehen wieder in schnellerem Schritte durch die Halle. – Die letzten Ritter und Knappen haben den Saal verlassen die Türen werden geschlossen. – Parsifal hatte bei dem vorangehenden stärksten Klagerufe des Amfortas eine heftige Bewegung nach dem Herzen gemacht, welches er krampfhaft eine Zeitlang gefasst hielt; jetzt steht er noch, wie erstarrt, regungslos da. – Gurnemanz tritt missmutig an Parsifal heran und rüttelt ihn am Arme GURNEMANZ Was stehst du noch da? Weisst du, was du sahst? Parsifal fasst sich krampfhaft am Herzen – und schüttelt dann ein wenig mit dem Haupte GURNEMANZ sehr ärgerlich Du bist doch eben nur ein Tor! Er öffnet eine schmale Seitentüre Dort hinaus, deinem Wege zu! Doch rät dir Gurnemanz lass du hier künftig die Schwäne in Ruh, und suche dir Gänser die Gans! Er stösst Parsifal hinaus und schlägt, mürrisch, hinter ihm die Türe stark zu. Während er dann de Rittern folgt, schliesst sich, auf dem letzten Takte mit der Fermate, der Vorhang EINE ALTSTIMME aus der Höhe »Durch Mitleid wissend, der reine Tor …« MITTLERE HÖHE Selig im Glauben! AUS DER HÖCHSTEN HÖHE Selig im Glauben! この日本語テキストは、 クリエイティブ・コモンズ・ライセンス の下でライセンスされています。@wagnerianchan Wagner,Richard/Parsifal/II